Mirandola, Mantovani “Abbattere gli aumenti della Tari”

Dai Circoli

L’Amministrazione leghista di Mirandola, che ha dimostrato di non badare a spese pur di far uscire il Comune dall’Unione dei Comuni dell’Area Nord, dimostri ora di avere a cuore le difficoltà di famiglie e imprese, abbattendo gli aumenti della Tari: è l’appello della consigliera comunale Pd Alessandra Mantovani in vista della scadenza di fine luglio. Ecco la sua nota:

“Il Decreto del Governo in materia di misure fiscali urgenti per la tutela del lavoro, dei consumatori e del sostegno alle imprese del 30 Giugno scorso ha prorogato a fine Luglio l’obbligo per i Comuni dell’adeguamento delle tariffe Tari, con la possibilità di prevedere o di estendere agevolazioni per le attività economiche colpite da chiusure e restrizioni a causa del Covid. Sarebbe dunque il momento per l’Amministrazione leghista di Mirandola di dimostrare la capacità e la volontà di prendere misure concrete a favore dei cittadini. Dopo le recenti esternazioni generiche e strumentali su Aimag dell’assessore al Bilancio Lodi, è infatti il momento di lasciare da parte la propaganda e riportare le cose sul piano della realtà. Il preventivo dei costi e dei possibili contributi regionali o governativi viene presentato da Aimag ai Comuni. Ogni Comune, secondo questo conteggio e valutati i costi del servizio, decide le tariffe base e se vuole può abbatterle, intervenendo a copertura parziale con risorse proprie. Questo vale anche per Mirandola.
Fra l’altro, il dividendo Aimag di 768.422,15 euro (nel 2019 erano 680.750,83) che spetta al Comune di Mirandola, che di Aimag – non lo si dimentichi – è socio, potrebbe proprio servire allo scopo, ad esempio. È questione di operare sul bilancio con scelte di politica economica mirate, che questa volta andrebbero davvero a favore di cittadini ed imprese. In questa direzione si sono già mosse le Amministrazioni di Modena e di Carpi, ma con il voto contrario di Lega e Fdi. il che lascia spazio a qualche riflessione… Vedremo cosa deciderà di fare l’Amministrazione di Mirandola, che dimostra di non avere difficoltà a sostenere spese pazze per il recesso da Ucman – ad oggi ricordiamo i 540.000 euro per il riacquisto dei beni strumentali in uso della Polizia Municipale, gli 81.000 euro di spese per consulenti e avvocati – con un dispendio di risorse pubbliche non solo ingiustificato, ma del tutto noncurante delle difficoltà economiche per imprese e cittadini che saranno il lascito di lunga durata della pandemia”.