Tessile, Poggi “Bene blocco licenziamenti, rinnovare il contratto”

Segreteria

“Il comparto ha sofferto molto per le conseguenze della pandemia, ma per ridare slancio al settore non si può prescindere dalla qualità del lavoro e dei diritti dei lavoratori, serve un patto tra parti sociali per fare fronte comune nel rilancio del distretto post-pandemia”: il responsabile Economia e Lavoro nella Segreteria provinciale Pd Alessandro Poggi interviene sulla situazione del comparto tessile che occupa solo nel carpigiano circa 6000 addetti. Ecco la sua nota:

“Siamo preoccupati per il mancato rinnovo del contratto del settore tessile abbigliamento, scaduto nel marzo 2020; il settore occupa in Italia 450.00 addetti di cui 6000 circa nel distretto carpigiano. I tre sindacati confederali hanno lanciato una serie di iniziative di protesta e lamentano, da parte della controparte datoriale, la volontà di mettere in discussione l’impianto contrattuale laboriosamente costruito in anni di relazioni industriali, di depotenziare le Rappresentanze sindacali unitarie, di non considerare nei criteri di licenziamento le variabili anzianità, carico di famiglia e mansioni, di gestire in modo unilaterale ferie, permessi ed orari di lavoro; anche l’aumento di salario per i lavoratori è troppo esiguo (56 euro al mese suscettibili di riduzione in caso di calo dell’inflazione). Auspichiamo che il rinnovo del contratto del comparto tessile avvenga quanto prima, e vada nella direzione di maggiori tutele e diritti; il comparto ha sofferto molto per le conseguenze della pandemia, ma per ridare slancio al settore non si può prescindere dalla qualità del lavoro e dei diritti dei lavoratori, dando loro un contratto moderno; serve un patto tra parti sociali per fare fronte comune nel rilancio del distretto post-pandemia. Sempre a riguardo del settore tessile, è invece una buona notizia la proroga del blocco dei licenziamenti, almeno per il comparto tessile, fino al 31 ottobre: il Pd ha spinto per inserire, tra le proposte di modifica al Dl Sostegni bis, l’equiparazione dei settori dell’industria più in crisi alla normativa sulle Pmi, per le quali i licenziamenti restano fermi fino al 31 ottobre insieme alla contemporanea possibilità di ricorso alla cassa Covid”.