Moda, Consiglieri regionali Pd “Urgente aprire tavolo istituzionale”

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I consiglieri regionali modenesi Pd Palma Costi, Francesca Maletti e Luca Sabattini: ‘Va sostenuta conversione del settore moda verso il nuovo modello di green fashion nello spirito del Patto per il lavoro ed il clima appena sottoscritto.’

‘Il settore manifatturiero più colpito in questo anno di pandemia è certamente il tessile abbigliamento, moda, fatto da migliaia di piccole e piccolissime imprese e un consistente numero di lavoratrici, distribuite su alcuni distretti importanti tra cui Carpi. I dati dell’indagine Trend Er di CNA regionale sono impietosi: calo di 1/3 del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2020, calo del reddito da lavoro, calo dell’export, chiusura di imprese. Ad oggi il settore è rimasto escluso dai ristori e la sensazione generale è che le varie misure economiche, introdotte a sostegno dei diversi settori produttivi, non dedichino la dovuta attenzione al comparto, mentre servirebbero misure ad hoc, che tengano anche conto del fatto che la moda è settore ad alta intensità di manodopera, con una netta prevalenza della componente femminile e soprattutto con il rischio di perdere pezzi di filiera, fatta da imprese e professionalità, difficili da ricostituire. Per questo cogliamo l’appello delle nostre associazioni di categoria modenesi affinché siano previste modalità diverse dai codici Ateco per i ristori e ricomprese le imprese del settore tessile/abbigliamento /moda oltre a provvedimenti nazionali per il rilancio di un settore fondamentale dell’economia modenese e regionale. Vista la gravità della situazione nei distretti manifatturieri del Fashion della nostra regione, abbiamo sottoscritto una risoluzione dove chiediamo la convocazione di un tavolo regionale di settore in cui, alla presenza delle associazioni imprenditoriali, sindacali ed istituzionali, siano valutate ulteriori possibili azioni di sostegno e di rilancio della produzione e dell’occupazione. Chiediamo inoltre misure nazionali per il sostegno del settore Moda. La ripresa del settore non può prescindere da un’azione congiunta dei diversi livelli istituzionali che sappia dare risposta ai problemi legati all’incentivazione del commercio internazionale, alla difesa del Made in Italy, al rafforzamento della Fashion Valley emiliano-romagnola, alla fiscalità delle imprese e alla detassazione dei brevetti a supporto della ricerca e dell’innovazione, nonché da misure volte a sostenere specificamente la componente femminile dell’occupazione del settore. Va sostenuta la conversione del settore verso il nuovo modello di green fashion, che prevede il passaggio da un’economia basata sulla linearità del ciclo materiale-prodotto-rifiuto ad un’economia a ciclo chiuso, che minimizzi le risorse impiegate per la produzione e massimizzi l’utilizzo del prodotto ed il recupero dei materiali, secondo i principi dell’economia circolare. Per questo va dedicato al settore della moda una quota significativa delle risorse dei fondi europei della prossima programmazione e valutata la possibilità di utilizzare il contratto d’area quale strumento utile al rilancio del settore. Infine vanno incentivati gli accordi di filiera per mantenere e rafforzare la subfornitura locale ed incrementare le azioni di supporto e promozione del sistema moda (tra cui gli Archivi della Moda, le reti europee quali Regio Tex, etc), dando valore alla provenienza territoriale quale garanzia di qualità, salubrità e stile. Insomma bisogna porre le basi di un intervento a 360° rispetto al sistema moda nello spirito del Patto per il lavoro ed il clima appena sottoscritto.‘