Rider, Venturelli “Più tutele, luoghi coperti e accesso ai test anticovid”

slider, Modena

La consigliera comunale Pd Federica Venturelli è la prima firmataria di un ordine del giorno, sottoscritto anche dagli altri gruppi di maggioranza modenesi, che chiede maggiori tutele per i lavoratori delle piattaforme digitali del food delivery. Ecco il commento di Federica Venturelli:

“Sono, di fatto, lavoratori dipendenti che si muovono secondo le indicazioni di un datore di lavoro, ma devono accollarsi tutti i rischi come se fossero lavoratori autonomi. Anche il primo accordo nazionale tra le associazioni datoriali e il solo sindacato UGL considera, di fatto, i rider, coloro cioè che effettuano le consegne per conto delle piattaforme digitali del food delivery, come lavoratori a cottimo. Eppure, già nel maggio 2018, la Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano, firmata a Bologna, chiedeva il rispetto dei diritti sindacali, una copertura assicurativa, un compenso equo e dignitoso, la manutenzione dei mezzi a carico delle piattaforme e forme di indennità in caso di maltempo. E invece Cgil, Cisl e Uil denunciano che con l’esplosione dell’epidemia di Covid le piattaforme hanno dimezzato le ore e le paghe dei rider, giustificandosi con il calo delle consegne dovuto alla paura dei clienti. Con le nuove regole restrittive per bar e ristoranti e la conseguente crescita delle consegne a domicilio i rider stanno svolgendo un ruolo fondamentale nella tutela della salute pubblica. Non è accettabile che lo facciano sottopagati, senza diritti e tutele e mettendo a rischio la loro salute. Vista la situazione, con questo ordine del giorno, chiediamo al sindaco e alla Giunta di avviare un confronto, all’interno del tavolo comunale per la crescita competitiva, sostenibile e solidale, sulle nuove forme di lavoro, coinvolgendo le parti sociali interessate, i sindacati maggiormente rappresentativi, le piattaforme del food delivery operanti nella nostra città e i lavoratori. E’ necessario poi che l’Amministrazione cittadina valuti la possibilità di individuare, in coordinamento coi rider e le parti sociali, piccole infrastrutture quali luoghi al chiuso o almeno al coperto dove i lavoratori possano sostare e incontrarsi nelle stagioni fredde o quando piove. Nei punti di raccolta è fondamentale avere la possibilità di ricaricare gratuitamente i cellulari. Si dovrebbe, inoltre, verificare con le autorità sanitarie la fattibilità di promuovere una campagna di screening di test sierologici, garantendo le condizioni più elevate possibili per la tutela della salute di questi lavoratori così come è stato fatto per i lavoratori della logistica. Il Comune poi dovrebbe firmare la Carta di Bologna. Queste questioni dovrebbero, inoltre, essere poste nell’ambito del confronto per il Patto per il lavoro e il clima della Regione Emilia-Romagna e portate all’attenzione del Parlamento. Il Partito democratico modenese è da tempo impegnato su questi temi, i riders si stanno rivelando tra gli anelli più deboli delle nuove forme di organizzazione del lavoro e occorre al più presto prevedere forme concrete di tutela”.