Gualmini “Non siano cittadini e lavoratori a pagare per la crisi”

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“Il debito comune europeo creato per finanziare la ripresa dovrà assolutamente essere ripagato dai giganti del web, che nonostante la pandemia hanno registrato milioni di euro di surplus in Europa, ma non pagano le tasse in maniera equa, da chi fa profitti grazie alle transazioni finanziarie, ma anche dalle multinazionali che beneficiano del mercato unico e da quelle imprese che inquinano di più. E non dalle tasche dei cittadini che stanno già pagando abbastanza i costi della crisi”: lo ribadisce l’europarlamentare Pd Elisabetta Gualmini.

“Le risorse per finanziare il fondo per la ripresa per rispondere alla crisi Covid-19 da 750 miliardi di euro presentato da Ursula von der Leyen lo scorso 27 maggio dovranno provenire da un paniere ampio di risorse proprie europee”. Così l’europarlamentare del Partito democratico Elisabetta Gualmini – relatrice S&D per le risorse proprie – in seguito all’approvazione da parte del Gruppo S&D di un importante position paper sulla revisione delle risorse proprie. “Il debito comune europeo – prosegue Gualmini – creato per finanziare la ripresa dovrà assolutamente essere ripagato dai giganti del web, che nonostante la pandemia hanno registrato milioni di euro di surplus in Europa, ma non pagano le tasse in maniera equa, da chi fa profitti grazie alle transazioni finanziarie, ma anche dalle multinazionali che beneficiano del mercato unico e da quelle imprese che inquinano di più. E non dalle tasche dei cittadini che stanno già pagando abbastanza i costi della crisi”. “Lo diciamo da mesi – prosegue l’eurodeputata dem – il Parlamento europeo non approverà il nuovo Bilancio dell’Ue senza un paniere di nuove entrate europee che siano legate alle due grandi priorità politiche dell’Unione del futuro: il Green Deal e la trasformazione digitale. Entrate proprie europee avrebbero il duplice merito di finanziare il Piano per la Ripresa senza pesare su famiglie e lavoratori, riducendo la quota dei contributi a livello nazionale”. “Adesso ci aspettiamo che i governi europei, che si riuniranno venerdì 19 giugno, facciano a pieno la loro parte, non solo aumentando le soglie delle risorse proprie già in vigore (fino al 2% del Pil) ma introducendo nuove entrate che consentano di realizzare tutte le promesse fatte ai cittadini”, conclude Gualmini.