Mirandola, Mantovani “Sui Centri estivi si può e si deve lavorare”

Dai Circoli

“Una risposta ordinaria per tempi non ordinari”: la consigliera comunale Pd di Mirandola Alessandra Mantovani commenta così le risposte che l’assessore all’Istruzione Marina Marchi ha fornito sui preparativi, o meglio sulla loro mancanza, in vista dell’organizzazione dei Centri estivi. Ecco la sua nota:

“Quando ho chiesto cosa sta facendo il Comune di Mirandola per preparare i futuri Centri estivi avevo precisato che siamo in attesa di indicazioni normative dal Governo e dalla Regione Emilia Romagna. La quale Regione tuttavia, nell’ambito delle autonomie che le competono, ha espresso l’intenzione di dare corso, non appena possibile, all’apertura dei centri estivi. Si deve dunque essere pronti a partire non appena sarà possibile e questo significa muoversi fin da subito, non solo attraverso la modalità ordinaria dell’affidamento del servizio comunale a un gestore esterno, perché questo non basterà. Occorre dar corso al complesso lavoro di coinvolgimento e coordinamento di tutte le associazioni e/o gestori privati che negli anni scorsi hanno organizzato i centri estivi sul territorio mirandolese e magari sostenerli nella ricerca dei finanziamenti necessari. Come far fronte diversamente all’esigenza del distanziamento sociale e della pluralizzazione degli spazi se non moltiplicando l’offerta, aumentando il numero degli educatori sempre avendo come primo obiettivo e prerequisito la salvaguardia della salute dei bambini e del personale utilizzato? Il compito della Amministrazione è quello di coordinamento e controllo dei centri estivi ed oggi quello di costruzione di una rete che consenta l’erogazione del servizio: non spetta forse all’Amministrazione individuare e mettere a disposizione gli spazi, pensare a come coordinare i trasporti e i servizi di supporto? Un lavoro di preparazione già in atto altrove, dal protocollo di intesa per la riprogettazione dei servizi educativi sottoscritto dal Comune di Modena e dai Comuni dell’area sud della nostra provincia, così come da quelli delle Terre d’argine; o le azioni avviate, tra gli altri, dal Comune di Cesena. Dunque si può e ci si deve mettere al lavoro. La replica dell’Amministrazione di Mirandola, che semplicemente si appella alla necessità di attendere l’emanazione delle norme da parte delle Istituzioni sovraordinate, è una risposta che non risponde, una risposta ordinaria per tempi non ordinari, dunque insufficiente. Ritengo che essa copra non solo una mortificante mancanza di idee e di iniziativa, ma anche un’attitudine di pensiero che non posso sottoscrivere: quella per la quale i problemi delle persone e delle famiglie sono fatti individuali, piuttosto che della comunità. Governare significa invece assumersi responsabilità anche e soprattutto nel tempo rischioso della ‘normalità sospesa’. Il resto è un’improbabile foglia di fico”.