Caregiver, Campedelli “Risorse per conciliazione tempi lavoro-famiglia”

Dalla Regione

Il consigliere regionale Pd Enrico Campedelli interviene sul contributo previsto nell’Accordo sul comparto sanitario in particolare per i dipendenti che si prendono cura di familiari non autosufficienti:

È stato siglato in questi giorni un Accordo tra la Regione Emilia-Romagna dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e Cgil, Cisl, Uil Emilia-Romagna, Confederali e Funzione Pubblica sul tema della sanità che punta a investimenti su formazione, innovazione e sostegno ai dipendenti, con 12 milioni di euro destinati al comparto. “C’è un punto dell’accordo di cui vado fiero perché porta avanti una battaglia sulla quale mi sono fortemente impegnato in questi anni (anche grazie al sostegno della rete dei caregiver regionali e del lavoro in questo ambito della carpigiana Loredana Ligabue) che riguarda il sostegno a chi si prende cura di familiari non autosufficienti – afferma il consigliere regionale del Pd Enrico Campedelli, primo firmatario di diversi atti assembleari su questo tema – Si tratta di un impegno di almeno 4 milioni di euro per la promozione di politiche regionali per i dipendenti delle Aziende sanitarie, con particolare riferimento ad alcune azioni prioritarie: il sostegno ai caregiver, appunto; la promozione di iniziative e azioni positive in linea con il raggiungimento degli obiettivi posti dall’attuale normativa a sostegno della maternità e delle cure parentali; lo sviluppo di azioni dirette al miglioramento della qualità del lavoro e del benessere organizzativo, anche in riferimento alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e al “lavoro agile” (smart working). Proprio a questo proposito, i firmatari hanno convenuto di introdurre, in via sperimentale e per la durata di 24 mesi, lo strumento del lavoro agile all’interno delle Aziende del Servizio sanitario regionale per un contingente di almeno 350 unità”. “Si va a dare una risposta molto concreta a chi ogni giorno combatte con difficoltà la battaglia della cura di un familiare, disabile o anziano, e deve conciliare i tempi dell’accudimento con quelli del lavoro. Si tratta di una scelta di forte attenzione alle famiglie e di ascolto e aiuto dei bisogni. Un piccolo passo se pensiamo all’intero mondo del lavoro che attende risposte in questo campo, ma va nella direzione giusta di riconoscimento di una fatica, spesso femminile, che non può essere compiuta nel silenzio delle istituzioni o data per scontata. È una questione di civiltà che stiamo affrontando attraverso diverse misure e con decisione”.