San Felice, Silvestri “Vicenda Meta strumentalizzata a fini di parte”

Dai Circoli, slider

Il processo per il crollo del capannone Meta a San Felice, il 29 maggio 2012, in occasione della seconda scossa del terremoto, si chiude con l’assoluzione dell’ex sindaco Alberto Silvestri e di altri imputati. Una vicenda che ha pesato, non poco, nel dibattito politico di questi anni. Ecco il commento del coordinatore del Pd dell’Area Nord Simone Silvestri:

“La verità giudiziaria è che il sindaco Alberto Silvestri e i suoi collaboratori, anche nei giorni concitati delle scosse, agirono con correttezza per il bene della propria comunità. Questo dice la sentenza odierna e fa piazza pulita di polemiche, accuse e attacchi, spesso anche personali, che si sono susseguiti in questi anni difficili dell’uscita dall’emergenza e della ricostruzione post-sisma. Con il massimo rispetto per le famiglie delle vittime del crollo che, giustamente, chiedono giustizia per i loro cari, questa vicenda ritengo si presti ad alcune considerazioni più generali, oltre all’ovvio sollievo per gli imputati che hanno vissuto questi anni con il peso di un’accusa infamante che gettava un’ombra sul loro operato e sulla loro professionalità. L’auspicio è cha questa vicenda, dolorosa per tutti coloro che l’hanno vissuta e subita, possa rappresentare l’occasione per riflettere su quante volte la discussione pubblica sulle nostre città, sui nostri paesi, anche durante la recente campagna elettorale, sia stata inquinata da interessi di parte, quante volte “i pozzi siano stati avvelenati”. Se e quando ciò è stato fatto, bisognerebbe chiedersi da chi, con che finalità, con che responsabilità, con che modalità, con che strategia. I pozzi avvelenati portano vantaggio solo a chi li avvelena. Ristabilire un sano terreno di discussione, nel rispetto di posizioni anche lontane, è nell’interesse di tutto il nostro territorio e del suo futuro”.