Risultati del lavoro svolto e proposte per i 4 Quartieri della città

slider, Modena

Dopo l’abolizione delle Circoscrizioni nei Comuni sotto i 250.000 abitanti, il Consiglio Comunale di Modena decise di istituire lo strumento dei Quartieri che ricordava le esperienze già sperimentate negli anni sessanta e settanta prima dell’istituzione delle Circoscrizioni appunto, per la Consiliatura 2014 – 2019. I 4 Quartieri sono stati istituiti e si sono insediati a fine 2014.

Nel corso della restante parte della Consiliatura i 4 Quartieri sono riusciti a conquistarsi un loro spazio, interpretando la propria ‘mission’ attraverso da una parte il ruolo di ponte e raccordo tra l’Amministrazione Comunale e i singoli territori, e dall’altra di incubatore delle istanze partecipative dei cittadini.

“Questo ruolo – afferma Gianluca Fanti, responsabile Quartieri nella Segreteria cittadina Pd Modena – è prezioso soprattutto tenendo presenti le dimensioni di una città come Modena, di fatto di poco al di sotto del limite secondo il quale il legislatore ha ritenuto necessario mantenere le Circoscrizioni.

I Quartieri, nella loro attività, hanno fornito numerosi pareri all’Amministrazione sui temi rilevanti per la città e i territori, tantissime le assemblee realizzate con i cittadini sul territorio (ricordiamo, da ultimo, quelle effettuate per sensibilizzare alla formazione dei Gruppi di Controllo di Vicinato), centinaia i progetti esaminati in questi anni per formare le graduatorie dei bandi per sostenere i progetti stessi, senza contare la preziosa attività di coordinamento e organizzazione dei Cittadini attivi (iscritti nell’apposito Albo strumento creato dall’Amministrazione Comunale a fine 2015)”.

Il capogruppo in Consiglio Comunale, Fabio Poggi, spiega: “Non dobbiamo nasconderci come, soprattutto all’inizio, la vita dei nuovi Quartieri sia stata anche travagliata, stretti come erano tra una amministrazione comunale che in prima battuta, anche a causa della novità, ha faticato a considerarli interlocutori credibili e dall’altra da cittadini, associazioni e realtà organizzate del territorio che percepivano soprattutto la riduzione delle potenzialità rispetto alle vecchie Circoscrizioni. L’esperienza, e lo dimostrano i numeri, è stata comunque molto positiva: nel tempo le problematiche sono state superate e per questo crediamo sia necessario proseguire su questa strada”.

“Il Partito Democratico di Modena – chiosa il segretario cittadino, Andrea Bortolamasi – propone che questo strumento vada mantenuto anche per la prossima Consiliatura, con i necessari miglioramenti dettati dall’esperienza. Riteniamo, infatti, che la duplice funzione assegnatagli dal Regolamento di Prima Attuazione sia ancora la più adatta per le esigenze della nostra città. Da una parte rendere la cittadinanza partecipe e consapevole, nonché coinvolta nel processo decisionale, dei principali atti dell’Amministrazione Comunale che impattano i territori dei Quartieri, questo anche attraverso meccanismi di rappresentanza democratica; d’altro canto i Quartieri svolgono un ruolo di coinvolgimento dei singoli cittadini e delle aggregazioni sociali, promuovendo e governando le loro iniziative, richieste e bisogni espressi.

Per adempiere a queste funzioni in modo più efficace i Quartieri dovranno operare in un rapporto di maggiore collaborazione sia con i singoli assessorati che col Consiglio Comunale. Va inoltre potenziato il ruolo propositivo dei quartieri che potrebbero incentivare, promuovere, seguire microprogetti promossi da cittadini sul territorio di rigenerazione-riqualificazione urbana, o di coesione sociale o, ancora, di carattere culturale e sportiva, il tutto anche tramite una selezione pubblica con una quota di finanziamento comunale e un’altra di crowdfunding a cura dei promotori.

L’ultima proposta è di nuovo a cura di Fanti: “Si potrebbero aumentare i quartieri (il Regolamento Sperimentale di Prima Attuazione proponeva infatti di portarli in un secondo momento a 7): l’esperienza fatta ha dimostrato come alcuni siano effettivamente molto popolosi ed estesi. L’idea è di mantenere inalterato il Centro Storico e di suddividere in due gli altri tre Quartieri”.

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