Manovra, Patriarca “Irrealistica nelle previsioni, inefficace nei contenuti”

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In Commissione Lavoro il Gruppo Pd al Senato ha dato parere contrario alla manovra di bilancio messa a punto dal Governo gialloverde e ha depositato in Commissione Bilancio una serie di emendamenti per reintrodurre misure a sostegno del lavoro, delle donne lavoratrici impegnate nella cura della famiglia, dei pensionati e dei soggetti economicamente più fragili. Ecco la nota del senatore modenese Edoardo Patriarca, capogruppo Pd in Commissione Lavoro:

“Irrealistica nelle previsioni, inefficace nei contenuti. E’ la sintesi del giudizio negativo sulla manovra economica che come Gruppo Pd abbiamo espresso in Commissione Lavoro al Senato. Rappresenta un pericoloso passo indietro rispetto alle misure di sostegno alla crescita messe in campo dai precedenti Governi di centrosinistra. Accresce l’indebitamento netto del Paese, si fonda su interventi finanziati in deficit neppure definiti nel dettaglio (non c’è ancora un testo scritto né per “Quota 100” né per il reddito di cittadinanza) che, tra l’altro, non si caratterizzano come spese per investimento, ma come semplici voci di spesa corrente. Siamo in costante conflitto con le istituzioni europee e possibile preda della speculazione internazionale. Dopo soli sei mesi di Governo, i segnali di indebolimento dell’economia sono allarmanti, la volatilità dei mercati finanziari è tornata ad aumentare e i tassi di interesse sul debito pubblico sono divenuti molto elevati tanto che si “mangeranno” tutto l’impulso espansivo atteso dall’Esecutivo. Inoltre, le due misure “bandiera” della maggioranza hanno decurtato i fondi destinati a misure che stanno invece funzionando: l’iper-ammortamento, il credito d’imposta per la ricerca, gli incentivi per le assunzioni con il contratto di apprendistato. Proprio dimenticati, invece, sono gli sgravi contributivi per le aziende che introducevano misure di conciliazione vita-lavoro, i voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting per le donne lavoratrici, gli sgravi contributivi per le cooperative sociali che assumevano donne vittime di violenza. Potenzialmente pericolosa per chi fa lavori poco tutelati, infine, la norma che consente alla donna di lavorare fino alla data del parto: ci saranno luoghi di lavoro dove le donne potranno essere costrette a fare questa scelta, un deciso passo indietro rispetto alle tutele attuali. Abbiamo, quindi, depositato una serie di emendamenti affinché ciò che di buono è stato fatto non venga disperso: chiediamo la conferma dell’Ape sociale e dell’Opzione donna, il rifinanziamento del Reddito di inclusione che, nei primi sei medi del 2018, ha raggiunto 841mila persone, la nona salvaguardia per gli esodati (sono rimaste fuori ancora 6mila persone), la proroga del bonus bebé e quella delle agevolazioni contributive per l’assunzione di donne che hanno subito violenza. Proponiamo, inoltre, di istituire l’assegno personale di cura e di incrementare la 14esima per i pensionati al minimo. Sono tutte misure concrete di sostegno alle famiglie, ma, siamo coscienti, ben lontane da quella logica di consolidamento del consenso nei confronti dei rispettivi elettorati che ha guidato fino a qui l’operato delle due forze di maggioranza!”.