Regione, Serri “Contro la violenza di genere azioni concrete”

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Luciana Serri, presidente della Commissione Politiche economiche dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e consigliera modenese del Pd, a pochi giorni dal 25 novembre, data che nel mondo sancisce la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fa il punto sul lavoro svolto.

“Due bandi da un milione di euro ciascuno ed un Piano regionale contro la violenza di genere: in Emilia-Romagna la lotta contro questo fenomeno, insidioso e complesso, è questione che esce dalla retorica delle celebrazioni e viene affrontata con strumenti concreti e azioni trasversali”. Così Luciana Serri, presidente Commissione Politiche economiche dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, a pochi giorni dal 25 novembre, data che nel mondo sancisce la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne dal 1999, per iniziativa dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Più del 43%, quasi 9 milioni in tutto, le donne che nel nostro Paese hanno subito una qualche forma violenza almeno una volta nella vita. L’Emilia-Romagna è una delle regioni dove i tassi di violenza contro le donne sono più alti in Italia, ma è anche la prima per le denunce di violenze sessuali (15,6 ogni centomila donne), percosse (28,6), lesioni dolose (89,6) e la quarta per i femminicidi (0,6 su centomila). Tassi inferiori alla media nazionale si riscontrano invece riguardo allo stalking (23,2).

Con i primi due bandi regionali 2016-2017 e 2018, di 1 milione di Euro ciascuno, si è offerto e si offre sostegno a progetti di Enti locali e associazioni (89 quelli finanziati) per la promozione di una cultura attenta al rispetto delle differenze e per il rafforzamento delle politiche di contrasto alla violenza di genere e degli stereotipi. In questo ambito la Regione Emilia-Romagna valorizza e promuove i centri antiviolenza per rafforzare la rete di prevenzione, protezione e sostegno alle donne vittime di violenza: sono attivi 21 centri Antiviolenza e 35 Case rifugio (di cui ulteriori 4 di prossima apertura). “Nel 2017 sono state oltre 5.000 le donne che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza in Regione, effetto del diffondersi di una cultura del rispetto di genere che comincia a dare frutti, dopo anni di semina e di buone pratiche nel nostro territorio – aggiunge Luciana Serri – La nostra Regione, anche in questo, è portatrice di esempi ed attività di eccellenza a livello nazionale con l’attivazione di servizi che sono all’avanguardia, primo tra tutti il Centro per il trattamento degli autori delle violenze (LDV) che ha sede a Modena dal 2011”. Nel corso del 2017 i Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna hanno registrato 17.235 contatti da parte di 5.345 donne, di cui il 44,6% ha contattato un centro per la prima volta. Delle 5.345, 1.732 sono state indirizzate ad altri servizi, in particolare: circa un migliaio ai servizi territoriali (Servizio Sociale, Forze dell’ordine, Consultori familiari, Pronto soccorso, Sert, altro Centro antiviolenza); 280 ad accoglienza in emergenza/pronta accoglienza e 148 ad accoglienza in casa rifugio. Risultavano in carico presso i Centri antiviolenza 3.520 donne (di cui 2.526 accolte nel 2017). Secondo i dati raccolti dal Coordinamento regionale (14 strutture su 20), le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza fra il primo gennaio e il 31 ottobre 2018 sono state invece complessivamente 3.629, di cui 2477 quelle per la prima volta. Fra le donne ‘nuove’ 837, pari al 34,9%, provengono da altri Paesi. A ottobre 2018, le donne ospitate nelle strutture dei Centri antiviolenza del Coordinamento sono state 273, il 69,9% con i propri figli. Nel confronto con il 2015, emerge un aumento significativo sia delle donne accolte che delle donne ospitate.

“Come Regione abbiamo aperto fino a fine mese un nuovo bando del valore di un milione di euro per progetti da realizzarsi nel 2019 e finalizzati a favorire il rispetto per una cultura plurale delle diversità e della non discriminazione”. Il bando è rivolto agli Enti locali, alle Associazioni di promozione sociale, alle organizzazioni di volontariato e alle onlus. Perché le buone idee e le buone prassi meritano sostegno e finanziamento. I bandi puntano a sostenere le attività di formazione e sensibilizzazione per ragazze e ragazzi, ma anche per operatrici e operatori del settore o a tutta la cittadinanza. Con un ulteriore milione di euro potranno essere sostenuti altri progetti destinati a favorire il rispetto per una cultura plurale delle diversità e della non discriminazione, promuovere il tema della parità uomo-donna e le pari opportunità; prevenire e contrastare i fenomeni di emarginazione sociale, di discriminazione e violenza sulle donne, e in particolare ai danni delle donne straniere migranti.