Pd Castelfranco “Anche dal nostro territorio un no al dl Salvini”

Dai Circoli

Anche a Castelfranco Emilia, il Gruppo consiliare del Pd ha presentato un ordine del giorno in Consiglio comunale per chiedere la sospensione dell’applicazione del decreto sicurezza. Ecco la nota del Pd di Castelfranco Emilia:

“Il nostro Gruppo consigliare – che vogliamo ringraziare per aver raccolto il pensiero della nostra comunità partito – ha protocollato un ordine del giorno per chiedere la sospensione dell’applicazione del decreto legge in materia di immigrazione e sicurezza, in via transitoria, fino alla conclusione dell’iter parlamentare e per rivalutarne l’impatto sui territori come è stato fatto in altre città italiane. Questo decreto, oltre all’inaccettabile compromissione della protezione giuridica dei migranti, avrà effetti a livello locale non certamente trascurabili: l’abrogazione dell’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, in palese violazione dell’articolo 3 della Costituzione, comporterà per loro l’impossibilità di accedere alle cure sanitarie, di avere un regolare contratto di lavoro o di frequentare un corso di studio andando a “costruire” emarginazione sociale; allo stesso modo lo smantellamento del sistema SPRAR, indubbiamente fondamentale per dare risposte puntuali ed efficaci secondo il modello dell’accoglienza diffusa, andrà ad aumentare il numero di irregolari (il che è in evidente contrasto al comune concetto di “sicurezza”). Gli sforzi di molti comuni, tra cui il nostro, di creare un circolo virtuoso dell’accoglienza andranno vanificati. Ricordiamo a proposito che Castelfranco Emilia ha sottoscritto con la Prefettura e con gli enti che gestiscono le strutture di accoglienza un importante protocollo, nel marzo 2017, con il quale la Prefettura stessa si impegna a favorire l’adesione da parte dei migranti alle attività di utilità pubblica individuate dal nostro Ente locale. L’unica via per l’integrazione è un’interazione, ovviamente opportunamente mediata, con il tessuto sociale e con le associazioni e le realtà del territorio, non la ghettizzazione in strutture di accoglienza straordinaria. Il decreto, a nostro modo di vedere, si compone di norme eterogenee, accomunate dal solo scopo propagandistico di stabilire un’arbitraria connessione tra immigrazione e sicurezza, per incanalare sugli immigrati le tensioni derivanti da una diffusa condizione di disagio ed insicurezza radicata nella nostra società. Nel complesso, peraltro, il decreto non sembra neanche adeguato a realizzare lo scopo dichiarato di pervenire ad una drastica riduzione dei flussi migratori, e si presenta piuttosto come un mucchio disordinato di norme ottusamente repressive, intese a limitare i diritti fondamentali degli stranieri, anche attraverso un allargamento degli spazi della discrezionalità amministrativa, soprattutto in favore dell’autorità di pubblica sicurezza, assecondata dalla fragilità dell’impianto normativo. Per quanto si cerchi di fare propaganda, questa non è sicurezza. Né tantomeno umanità”.