Def, Patriarca “Reddito di sudditanza e pensione per maschio padano”

Dai parlamentari, slider

Dura critica al Def, il Documento di economia e finanza varato dal Governo gialloverde, da parte del senatore modenese Edoardo Patriarca, capogruppo Pd in Commissione Lavoro, che è intervenuto questa mattina in Aula, a Palazzo Madama: “Tra il vostro dire e fare – ha affermato Patriarca – non c’è un mare, c’è il nulla”. Ecco un sunto del suo intervento:

“Mai vista una tempesta così perfetta, ci vuole impegno, ma davvero tanto impegno a infilare ben sei giudizi negativi: Bce, Fondo monetario, Corte dei conti, Bankitalia, Commissione Ue e da ultimo l’Ufficio parlamentare di Bilancio. Un poker a 6 carte questa volta perdente. Un poker che farà saltare il banco a spese delle persone più fragili. Voi volete mettere le mani nelle tasche del popolo, voi volete mettere le mani sui risparmi del popolo. Ma come si fa a scrivere un libro dei sogni, un libro che viola la carta costituzionale, e che propone obiettivi generici, e per di più non raggiungibili. Mai sentito un ministro della Repubblica che dichiarasse la fine della povertà. Ministro Di Maio, non so se lei sia un credente ma nemmeno nostro Signore ha mai fatto questa promessa.

Reddito di cittadinanza? Il vostro progetto si affida ai Centri per l’impiego, ahimè inadeguati a sopportare un tale carico. Tutto rischia di trasformarsi in mere elargizioni assistenzialistiche. L’uscita dalla povertà ha bisogno di tre soggetti che si riconoscano reciprocamente: un soggetto pubblico, la persona o una famiglia fragile chiamata alla responsabilità, una rete solidale sui territori. Voi state mettendo in piedi un reddito di sudditanza, a disposizione del principe di turno. Come la parola dignità anche quella di cittadinanza meriterebbe più rispetto. Avete banalizzato il tema povertà, perché la povertà coinvolge soggetti molto diversi tra loro, non sopporta le facili omologazioni: gli anziani soli e non autosufficienti, i bambini e le bambine che lasciano la scuola, le famiglie fragili, le persone sole e, certamente, anche i disoccupati. Tutto sui Centri per l’impiego. Un bluff che nasconde un altro problema: avete dimenticato che questi temi non sono di esclusiva competenza nazionale, sono materie concorrenti con le Regioni? Avete aperto un tavolo?
Sulle pensioni. Anche qui avete dato i numeri: quota 100,101,102… Ma sono previste restrizioni all’accesso? Ricalcoli contributivi per coloro che sceglieranno questa opzione? E le persone che non rientrano nella quota 100 e usufruiscono dell’Ape sociale? E a proposito dei giovani: le loro future pensioni? O offrirete loro quota 100… fra 50 anni? In realtà con quota 100 avete colpito le donne, avete colpite i lavoratori del Sud. Non prima gli italiani, ma prima gli uomini del nord, padani doc.
Sulla famiglia, tanto declamata in questi mesi, troveremo nella Legge di bilancio proposte sul fronte fiscale (quoziente familiare), sostegno alla maternità, caregiver familiari, Dopo di noi, conciliazione vita-lavoro, welfare aziendale? Un piano per i servizi all’infanzia?
Tra il vostro dire e fare, tra il vostro dire e pensare non c’è un mare. C’è il nulla”.