Sant’Agostino, Di Padova “Sarà grande Polo culturale mutidisciplinare”

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“Modena non è solo aceto balsamico, tortellini, Pavarotti e motori: il Polo Sant’Agostino sarà un Polo culturale multidisciplinare d’importanza nazionale, a riprova del valore delle politiche e delle azioni che si stanno mettendo in campo”: è il commento della responsabile Politiche culturali nella Segreteria cittadina del Pd Federica Di Padova sulle polemiche seguite al via libero definitivo, dato dal Consiglio comunale di Modena, al progetto del Polo culturale Sant’Agostino. Ecco la sua dichiarazione:

“Lo scorso giovedì il Consiglio comunale di Modena ha dato il via libero definitivo al progetto culturale più importante degli ultimi anni, ulteriormente avvalorato dal riconoscimento avvenuto nel 2014 delle Gallerie Estensi come museo autonomo nazionale (all’interno di questo polo regionale ci sono: Galleria Estense, Biblioteca Estense, Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Palazzo Ducale di Sassuolo e Museo Lapidario Estense). L’obiettivo del nuovo Polo sarà il pieno dispiegamento delle potenzialità culturali degli enti coinvolti, che pur in autonomia, dovranno dialogare tra di loro e guardare al futuro insieme. Non è solo un restauro, non è solo un recupero, non è solo una nuova distribuzione di funzioni, ma un’idea rinnovata della fruizione e della produzione delle arti visive a Modena. Si tratta della creazione di un Polo che aggregherà anche fisicamente conoscenze e saperi, formazione e produzione artistica. A ben vedere il Palazzo dei Musei, l’ex ospedale Estense, l’ex Ospedale Sant’Agostino, il Teatro Anatomico di Antonio Scarpa, ma anche la Chiesa di Sant’Agostino, costituiscono il nucleo architettonico, culturale e artistico della Modena tra Seicento e Settecento. Una città capace di recuperare un pezzo importante della sua storia attraverso il pieno dispiegamento del proprio patrimonio architettonico, nel rispetto anche di come è cambiato negli anni, preservando ma anche guardando al futuro, è una città che ha una precisa idea del futuro. Come noto, non si tratta solo edifici di grande rilievo artistico ed architettonico, ma sono stati luoghi di assistenza, accoglienza, arte e formazione. Dare loro oggi una nuova vita significa per noi delineare un’idea di città in cui crediamo fortemente: una città aperta, dinamica e che guarda all’Europa. Prova ne sono stati anche altri grandi progetti di recupero portati avanti in questi anni, gli investimenti sul Centro musica, il recupero architettonico della torre del complesso industriale ex-Amiu di via Morandi 71 con la recente inaugurazione della torre, il biglietto integrato Unesco, il recente accordo per l’ampliamento dei Musei del Duomo, l’accordo con l’Università per la valorizzazione dei musei scientifici. Si tratta di scelte precise, che mostrano una chiara volontà di investire sulla cultura come elemento fondante e della comunità intera”.