Hater, Patriarca “Si denuncia se si pensa che ci sarà tutela”

Dai parlamentari

L’archiviazione della denuncia per gli insulti minacciosi su Fb nei confronti dell’assessore di Carpi Stefania Gasparini arriva sul tavolo del ministro della Giustizia Bonafede grazie a una interrogazione che stanno presentando le senatrici e i senatori del Pd, tra cui il carpigiano Edoardo Patriarca, capogruppo Pd in Commissione Lavoro. “Il coraggio di denunciare – ricorda Patriarca – dipende dalla presenza e dalla percezione di un sistema efficace di protezione e tutela pubblica, oggi assai fragile”. Ecco la sua dichiarazione:

“E’ chiaro che abbiamo massimo rispetto per la magistratura e le sue decisioni, ma crediamo che su una questione così sconcertante debba intervenire lo stesso ministro della Giustizia. Non possiamo accontentarci di una applicazione formale delle norme, occorre valutare anche l’impatto che hanno sulla vittima e sulla società tutta. Fa bene, quindi, l’assessore Gasparini a non fermarsi nella sua denuncia pubblica e giudiziaria, il suo sta diventando, per molti versi, un caso emblematico. E’ per questo che, insieme alle colleghe e ai colleghi Pd in Senato, abbiamo deciso di presentare una interrogazione urgente. Siamo vicini a Stefania Gasparini, vittima di insulti minacciosi in quanto donna e in quanto rappresentante del Partito democratico, ma siamo anche convinti che occorra mettere in campo una valutazione politica sull’impatto sociale e culturale delle violenze, degli attacchi sessisti, degli stereotipi discriminanti che viaggiano sul web (e come ovvio in ogni altro contesto), restando spesso impuniti. Occorre rompere la certezza o quasi dell’impunità, che sul web è tanto facile quanto odiosa: solo una percentuale irrisoria di donne vittime di violenze di genere denunciano alle autorità – siamo sul 14-15% circa. Il coraggio di denunciare dipende dalla presenza e dalla percezione di un sistema efficace di protezione e tutela pubblica, oggi assai fragile. Ogni volta che questi violenze e intimidazioni sessiste restano impunite si ha, per chi l’ha subita e per tutte le donne, un arretramento culturale che allontana la costruzione di una società sempre più giusta e civile. Da una parte, quindi, chiederemo conto al ministro di una interpretazione delle norme che porta ad archiviare minacce e insulti sessisti in quanto genericamente rivolti a una platea di persone e non a un singolo, ma dall’altra come parlamentari Pd riproporremo alle Camere il progetto di legge, già presentato nella scorsa Legislatura, volto a contrastare gli hate speech, le parole di odio”.