Trattative Governo, Ghizzoni “Futuro incerto per atenei e studenti”

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La responsabile Scuola e Università della Segreteria provinciale del Pd modenese Manuela Ghizzoni, ex componente della Commissione Cultura della Camera, esprime preoccupazione per le idee contraddittorie espresse dalle due formazioni che stanno lavorando alla costruzione del nuovo Governo in tema Università, proprio quando i dati del Ministero confermano, dopo anni bui, l’aumento del numero delle immatricolazioni. Ecco il suo commento:

“Da una parte la Lega che, scimmiottando l’esperienza anglosassone, pensa ad un indebitamento anticipato degli studenti che vogliano frequentare l’università (alla faccia della promessa diminuzione delle tasse!). Dall’altra i 5 stelle che affermano come ancora da realizzare misure invece già attuate dai precedenti governi a guida Pd, quali la no tax area (esonero dalle tasse) per gli studenti a basso reddito, che comincia a dare i primi concreti frutti in favore dell’accesso universitario. È facile quindi pronosticare che l’Università non sia fra i punti del contratto che le due formazioni stanno faticosamente provando a siglare in vista della creazione di un futuro Governo. Inoltre, la Lega pensa che già il diploma sia un percorso sufficiente per il futuro (non solo lavorativo), lasciando l’università a chi vuol far ricerca o ambisce a diventare un professionista: insomma, come se la quarta rivoluzione industriale e la globalizzazione non richiedessero un maggior investimento sulla formazione personale di tutti i cittadini. Una scelta che impedirà all’Italia di risalire da quel famigerato penultimo posto tra i Paesi Ocse per numero di laureati che grava come un macigno sullo sviluppo del nostro Paese. Eppure invertire quel trend è possibile, come dimostrano i dati pubblicati dal Sole 24 ore: una crescita delle matricole, nell’ultimo anno accademico, del 2,4% con quasi 300mila nuovi iscritti. Anche l’Università di Modena e Reggio Emilia conferma il trend positivo di crescita che l’ha vista protagonista in positivo già da diversi anni. Le matricole erano 6.440 nell’anno accademico 2013/2014: cinque anni dopo erano cresciute di più di 2mila unità (8.563 immatricolati nell’anno accademico 2017/2018), con un incremento marcato nel Dipartimento di Ingegneria e in quello di Educazione e Scienze umane. E’ chiaro che i dati nazionali vanno affinati e occorre scorporare quanti dei nuovi immatricolati appartengano alle fasce a basso Isee che usufruiscono della “no tax area” e delle agevolazioni per i redditi medi, per comprendere fino in fondo quanto hanno inciso le nuove norme. Certo è che il complesso di misure contenuto nella Legge di bilancio per il 2017 sta contribuendo a invertire quella tendenza negativa che aveva zavorrato la nostra università dall’inizio della crisi economica. A questo punto cosa dovrebbe fare un Governo lungimirante? Studiare i dati, prevedere eventuali miglioramenti e continuare sulla strada che si sta rivelando produttiva. Dalle prime notizie, non sembra proprio si vada in questa direzione, a discapito delle speranze dei giovani e delle loro famiglie, delle aspettative delle imprese e anche del futuro sviluppo del nostro Paese”.