Carceri, Pacchioni e Baracchi “Pesa la carenza negli organici”

Modena

Il Gruppo consiliare del Pd di Modena riporta la situazione delle carceri modenesi all’attenzione dell’Amministrazione comunale cui spetta, per dettato costituzionale, il compito di sostenere e favorire il recupero e il reinserimento nella società dei detenuti, una volta tornati ad essere cittadini liberi. Le consigliere comunali Chiara Pacchioni e Grazia Baracchi hanno presentato una interrogazione in cui elencano tutte le carenze di organico, a vari livelli, che rendono problematica la gestione del carcere di Sant’Anna. Ecco il sunto della loro denuncia:

“Il primo problema riguarda la mancanza del direttore designato al carcere Sant’Anna di Modena: è attualmente incaricato a gestire le due sedi il direttore della casa di reclusione di Castelfranco. A questo si aggiunge la presenza di un solo magistrato di Sorveglianza dei due previsti in pianta organica. Ne derivano incertezza e ritardi nella valutazione dei singoli casi con conseguenti aumento delle tensioni tra i detenuti e peggioramento delle condizioni di lavoro degli agenti di custodia e con ricadute negative anche sui percorsi di istruzione e formazione e sui progetti rieducativi sostenuti dalle associazioni di volontariato. Una grave criticità è rappresentata, inoltre, dalla carenza di personale educativo, essendo al momento operativi solo tre dei cinque operatori previsti: ciò è preoccupante anche in considerazione delle due sezioni speciali, una per reati sessuali e l’altra a custodia attenuata, che necessitano di percorsi specializzati e intensificati. In considerazione di tutto questo, il Gruppo consiliare del Pd attende a breve la convocazione del Comitato locale per l’area dell’Esecuzione penale adulti per condividere anche con le sei associazioni di volontariato attive nel carcere l’analisi dei dati e il programma di interventi mirati alla riabilitazione sociale dei detenuti. Come Gruppo Pd sollecitiamo, infine, i parlamentari modenesi al completamento del percorso di riforma già intrapreso nella scorsa Legislatura che, accanto a strumenti che garantiscano la certezza della pena, deve prevedere un percorso di pene alternative in grado di contribuire a superare tali criticità”.