Lavoro, Davide Baruffi “Equo compenso per tutti i professionisti”

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“Il decreto fiscale in corso di approvazione al Senato introduce il principio dell’equo compenso per tutti i professionisti”: ne dà notizia il deputato modenese del Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro della Camera. “Si introduce così – spiega Baruffi – un obbligo sacrosanto e per il quale come Pd ci siamo battuti in questi anni: il lavoro deve essere sempre pagato e soprattutto deve essere remunerato in misura equa”. Ecco la dichiarazione di Davide Baruffi:

“Grazie ad un nostro emendamento, riformulato dal relatore e approvato in Commissione nella notte di martedì, si introduce nel nostro ordinamento un obbligo sacrosanto e per il quale ci siamo battuti in questi anni: il lavoro deve essere sempre pagato e soprattutto deve essere remunerato in misura equa. Sempre più spesso accade infatti che committenti “forti” (siano essi grandi imprese o la Pubblica amministrazione) si rivolgano a professionisti “deboli” (in particolare i più giovani, o le donne, ma non solo), imponendo clausole vessatorie e corrispettivi economici irrisori, certamente non commisurati né alle prestazioni richieste né alla professionalità dei lavoratori. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una corsa al ribasso sul “prezzo” per prestazioni sempre più economiche e di conseguenza di scarsa qualità. Fino al punto in cui diverse Pubbliche amministrazioni hanno assegnato incarichi gratuiti, senza alcun compenso. Sul piano sociale questo si traduce in giovani professionisti poveri, costretti ad accettare qualsiasi incarico e a qualsiasi condizione pur di lavorare. “Il lavoro basta che sia”, diciamo qui a Modena per rendere chiaro il concetto. Se la legge 81 del 2017, che disciplina il lavoro autonomo non imprenditoriale, ha messo alcuni paletti molto importanti e sancito alcuni diritti prima sconosciuti ai professionisti, oggi con l’equo compenso facciamo un ulteriore e importantissimo passo avanti. Diamo finalmente sostanza al principio costituzionale sancito all’articolo 36 della Carta, che stabilisce che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Per farlo siamo partiti da una categoria professionale, quella degli avvocati, e ora con questo emendamento il principio si estende a tutte le professioni, ordinistiche e non, che il committente sia pubblico o privato. È una norma nazionale, ma vale la pena sottolineare come anche a Modena ci sia stata un’attenzione crescente sia da parte degli ordini, sia da parte delle associazioni di categoria artigiane, che sempre più sono chiamate a dare voce e rappresentanza anche alle professioni non ordinistiche. Dal Parlamento arriva oggi una risposta importante alle giuste richieste che avevamo raccolto”.