Scuole, Baracchi “Percorsi di accompagnamento e verifiche a stradari”

Segreteria, Modena, slider

La responsabile Scuola della Segreteria provinciale del Pd e consigliera comunale Grazia Baracchi risponde al consigliere di Forza Italia Pellacani sul caso specifico verificatosi alle scuole Cittadella ed elenca, più in generale, le azioni che dovrebbero essere messe in campo per favorire percorsi di integrazione negli istituti scolastici. Ecco la sua dichiarazione:

“Il nostro scopo primario deve essere sempre il benessere dei bambini, per questo un tema così delicato come quello degli equilibri interni alle classi deve essere trattato e discusso con scrupolo, ma soprattutto con delicatezza e attenzione alla complessità. Anche sulla situazione venutasi a creare in una classe delle scuole Cittadella è necessario utilizzare parole che siano corrette (nei confronti dei bambini e delle famiglie, ma anche degli operatori della scuola) e non slogan a sfondo elettorale. Tra l’altro, il consigliere di Forza Italia Pellacani si è espresso, più volte, in Consiglio comunale in favore dell’approvazione della legge di riforma della cittadinanza e quindi stupisce che ora usi in maniera leggera espressioni pesanti come “razzismo nei confronti di una bimba italiana perché cattolica”. Compito della politica dovrebbe essere quello di lavorare per trovare soluzioni anche ai problemi più complessi, coinvolgendo e sostenendo tutti i soggetti coinvolti. Anche per gli alunni “stranieri”, ad esempio, essere inseriti in classi problematiche comporta maggiore diseguaglianza sociale e ulteriori difficoltà di apprendimento. Cosa fare, quindi? E’ necessario, innanzitutto, un’attenta azione di monitoraggio delle situazioni che si sono venute a creare o che possono ricrearsi anche in futuro e, quindi, così come è stato fatto per le scuole secondarie di primo grado, credo sia opportuno valutare una modifica degli stradari in modo da mantenere gli equilibri necessari. Nel valutare le singole situazioni occorre, poi, tenere presente un altro aspetto di mero buonsenso, ma che, purtroppo, nel dibattito tra “tifoserie”, sembra essere sfuggito: si deve distinguere tra alunni di recente immigrazioni, che hanno esigenze didattiche specifiche, in primis quelle della lingua, e alunni che, invece, sono nati e cresciuti in Italia. Dal punto di vista dell’apprendimento e della socialità sono due punti di partenza molto diversi. Ciò non toglie che occorra, comunque, continuare a potenziare l’accoglienza e soprattutto l’attivazione di percorsi di accompagnamento durante l’intero anno scolastico per favorire l’integrazione fra persone provenienti da culture diverse fra loro. Il Comune mette a disposizione mediatori culturali e linguistici proprio per aiutare questi percorsi. Infine, occorre continuare ad investire in progetti che coinvolgano tutte le famiglie e a sostenere la scuola con percorsi di formazione specifici. Sia il Comune, con le proposte di Memo, sia l’Ufficio Scolastico Regionale si stanno muovendo in questa direzione, non sull’emergenza, ma su una programmazione pluriannuale, per aumentare le competenze e le strategie didattiche degli insegnanti in modo da metterli in grado di affrontare situazioni anche molto complesse”.