Festival migrazione, Patriarca “Parliamone senza odio o paure”

Dai parlamentari

Da venerdì 20 a domenica 22 ottobre Modena ospitata la seconda edizione del Festival della Migrazione, organizzato da Fondazione Migrantes e Porta Aperta insieme a una ventina di associazioni e istituzioni. Il deputato modenese del Pd Edoardo Patriarca, vice-presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui migranti, è componente del Comitato scientifico del Festival e coordinerà uno degli incontri, quello fissato per il pomeriggio di venerdì 20 ottobre, presso la sede del Dipartimento di Giurisprudenza, dal titolo “Muri innalzati e braccia tese”. Ecco il commento di Edoardo Patriarca:

“Il titolo dell’edizione 2017 del Festival della Migrazione recita “Diritto al viaggio: partire, arrivare e restare”. Penso che questa tre-giorni di incontro, confronto e approfondimento possa essere utile per provare a ragionare sul tema delle migrazioni senza che si scatenino odio, paure o pregiudizi. Tutti gli analisti ci confermano che il fenomeno migratorio non è temporaneo. Guerre, carestie e miseria sono le ragioni per cui milioni di persone stanno scappando dalle proprie case e dai propri luoghi di origine alla ricerca di una prospettiva e di un futuro. Sono ragioni talmente potenti che né fili spinati, né muri potranno davvero fermarli. E’ illusorio pensare che semplici divieti possano essere effettivi nel contrastare la fuga di chi è disperato. Solo politiche di sostegno e di sviluppo in soccorso dei Paesi di provenienza possono concorrere a fermare chi vuole partire. Si tratta di un fenomeno, quindi, che può essere governato solamente con l’accordo e la collaborazione tra i Paesi verso cui il flusso migratorio è diretto. Il ruolo dell’Unione europea può, e deve, essere decisivo, come più volte sollecitato dai Governi di centrosinistra. E’ ora di cominciare a ragionare sul “diritto a partire”. La mobilità è generalmente accettata quando a partire sono studenti o lavoratori specializzati, viene rigettata, anzi fa paura, quando a partire sono giovani senza preparazione specifica, spinti “solo” dalla fame e dalla disperazione. Non possiamo arrivare a teorizzare che il diritto ad emigrare spetta solo a una piccola fetta di popolazione e negare a tutti gli altri una possibilità di miglioramento. Il Festival della Migrazione è un’occasione per parlare di tutto questo, senza isterismi, ma con determinazione”.