Autonomia, consiglieri Pd “La nostra via costituzionale e praticabile”

Dalla Regione

Il commento dei consiglieri regionali modenesi del Pd Giuseppe Boschini, Enrico Campedelli, Luca Sabattini e Luciana Serri sulla risoluzione relativa a una maggiore autonomia per la Regione Emilia-Romagna in discussione oggi in Assemblea legislativa:

“Stiamo attraversando una fase di profonda divisione all’interno del contesto europeo e perfino all’interno delle singole nazioni. Tornano a farsi sentire pulsioni antisolidaristiche e separatiste e richiami alle piccole patrie. In un momento nel quale invece la competizione economica con altre regioni del mondo ci dovrebbe spingere ad una maggiore coesione europea, perché solo un soggetto forte può fronteggiare tale competizione, emergono spinte indipendentistiche, alimentate, va detto, da un approccio troppo burocratico e centralista delle istituzioni europee e nazionali di fronte ai problemi di questo tempo (economia, sicurezza, immigrazione). La vicenda catalana d’altra parte ci deve spingere a gestire politicamente e nel dialogo tali pulsioni centrifughe, perché dimostra come due torti assieme non facciano mai una ragione, ma portino ad un’irrimediabile sconfitta politica, per tutti. Da qui nasce anche la riflessione della Regione Emilia-Romagna e il percorso avviato dal presidente Bonaccini per chiedere maggiore autonomia fiscale nell’ambito della Costituzione vigente. Diversamente da Veneto e Lombardia non tramite un referendum inutile e costoso e che comporterebbe tempi di realizzazione molto lunghi, per poi trovarsi allo stesso punto di partenza, ma avviando immediatamente tale percorso.

La Giunta Bonaccini ritiene invece percorribile la strada costituzionale, facendo ricorso all’articolo 116 della Carta costituzionale, ovvero aprendo col Governo un tavolo di confronto per ottenere maggiore autonomia su materie già di competenza della nostra Regione. Una maggiore autonomia che abbiamo tutte le motivazioni di rivendicare proprio in ragione del fatto che siamo una Regione virtuosa. Non si tratta di fare una nuova Regione a statuto speciale (anzi, dovremmo interrogarci sull’attualità di alcune Regioni a statuto speciale nell’Italia di oggi), ma di realizzare per la prima volta un percorso costituzionalmente possibile, praticabile e concreto, nel dialogo con le parti sociali.

La richiesta di autonomia, che può essere avanzata solo dalle Regioni come la nostra i cui conti sono in ordine, dovrà sfociare in un’intesa col Governo che sarà a base della Legge da approvare a maggioranza assoluta dalle Camere, e consentirà di ottenere maggiore autonomia nell’uso delle risorse in 4 settori strategici:

1) Lavoro e formazione;

2) Imprese, ricerca e sviluppo;

3) Sanità

4) Governo del territorio e Ambiente.

Con la risoluzione in discussione oggi inizia formalmente questo percorso. Alle pagliacciate di chi oggi invece di stare nei contenuti si è limitato a sventolare bandiere separatiste come la Lega (tra l’altro da un lato chiedono il referendum per l’autonomia dell’Emilia-Romagna e dall’altro chiedono la separazione della Romagna dalla stessa Emilia) noi rispondiamo con una proposta concreta e realizzabile per dare maggiore autonomia di risorse e di politiche alla nostra Regione. L’esito del referendum non avrebbe infatti alcun valore vincolante e non snellirebbe il confronto con il Governo. Farebbe solo perdere tempo e soldi alla collettività, per poi ritrovarsi allo stesso punto di oggi”.