Ius Soli, Kyenge:“No a strumentalizzazione politica di migliaia di minori”

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In seguito alla chiusura di Alternativa Popolare e del ministro Angelino Alfano sulla riforma della legge sulla cittadinanza, l’europarlamentare modenese Cécile Kyenge commenta: “Non approvarla in questa legislatura significa consegnare una vittoria alle forze xenofobe e populiste. Un torto a centinaia di migliaia di minori, condannati ancora una volta ad essere vittime di una strumentalizzazione politica.” La riforma della cittadinanza riguarda il bene dello Stato, della società, non è una riforma di parte.”

“La riforma della cittadinanza non può entrare nel vivo della campagna elettorale. Non approvarla in questa legislatura significa consegnare una vittoria alle forze xenofobe e populiste. Un torto a centinaia di migliaia di minori, condannati ancora una volta ad essere vittime di una strumentalizzazione politica. Oltre 18 mila sono solo nella nostra Modena”, così Cécile Kyenge, europarlamentare PD, dopo la chiusura espressa da Alternativa Popolare e del ministro Angelino Alfano sulla riforma della legge sulla cittadinanza.  “Deve essere approvata subito – prosegue Kyenge – anche facendo ricorso al voto di fiducia, anche a costo di porre un limite oltre il quale non è possibile andare. Non è infatti possibile condividere un futuro politico con chi non è in grado di distinguere tra sondaggi e bene comune. La riforma della cittadinanza riguarda il bene dello Stato, della società, non è una riforma di parte”.  “Lo Ius Soli- spiega l’europarlamentare PD – non fa altro che introdurre un nuovo criterio, più stringente per certi versi rispetto alla precedente legge. Un criterio che premia un percorso e che non prevede automatismi: l’integrazione.  Il punto non è se e quando dare la cittadinanza ai figli dell’immigrazione, ma come e perché. E’ italiano chi nasce in Italia figlio di genitori integrati, che hanno tutta l’intenzione di vivere stabilmente in Italia e sono in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo, che hanno ottenuto anche grazie ad un test linguistico. Sono italiani quei bambini che studiano in Italia e verso cui lo Stato investe le proprie risorse, per far sì che diventino cittadini attivi nella società”. “Questa riforma – conclude – raccoglie in sé e proclama a voce alta il valore dell’uguaglianza, limitandosi semplicemente a prendere atto di quello che è oggi la società italiana, di quello che significa oggi essere italiani.”