Vaccari “Non si chiude la Polfer, ancora da decidere per Polpost”

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Il viceministro all’Interno Filippo Bubbico, nel pomeriggio di oggi, ha risposto a una serie di interrogazioni sul tema della chiusura delle sedi della Polizia postale. Tra esse, anche l’interrogazione presentata dal senatore modenese Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Ambiente, già nell’ormai lontano 2014 quando si cominciava a parlare di razionalizzazione delle sedi di polizia e di possibile chiusura per il posto di Polizia ferroviaria e della sezione di Polizia postale a Modena. Ecco la dichiarazione di Stefano Vaccari:

“La sede della Polizia ferroviaria di Modena non rientra nel progetto di razionalizzazione della dislocazione delle Forze di polizia sul territorio, quindi rimarrà. Per quanto riguarda, invece, la sezione modenese della Polizia Postale i gruppi interforze istituiti presso il Dipartimento della Pubblica sicurezza sono ancora al lavoro sul progetto complessivo e non è chiaro che ricadute specifiche avrà sulla nostra provincia. E’ quanto ha confermato, oggi pomeriggio, il viceministro all’Interno Filippo Bubbico rispondendo a una serie di interrogazioni presentate da senatori provenienti da diverse parti d’Italia, da Gorizia a Foggia. Ringrazio il viceministro per aver risposto anche alla interrogazione che presentai già nel 2014, quando si cominciava a parlare del piano di razionalizzazione. Il piano in questione non è ancora stato definito, se non nelle sue linee generali. Si punta ad evitare duplicazioni e sovrapposizione e a favorire la gestione associata di servizi strumentali in modo da rendere più efficiente la spesa pubblica. In generale, si privilegia la presenza della Polizia di Stato nei comuni capoluogo, mentre nel resto del territorio saranno installati i Carabinieri. Vista l’evoluzione rapida delle funzioni in capo alla Polizia postale, si punta a concentrare le risorse professionali più qualificate nei capoluoghi di regione e nelle sezioni provinciali in cui operano Procure distrettuali con ampia competenza in tema di reati informatici. Chi lavora nelle sezioni territoriali della Polizia postale, anche nel caso di chiusura, rimarrà sul territorio, visto che si prevede il reimpiego nei reparti investigativi delle locali Questure. Rassicura, comunque, che lo stesso Ministero dell’Interno ribadisca che la Polizia postale oggi è deputata a presidiare un ambito di interesse strategico per il Paese, visto l’uso abituale degli strumenti informatici e dei relativi sistemi di comunicazione da parte delle associazioni di stampo mafioso e di tipo terroristico. Auspichiamo che venga tenuto in adeguato conto il lavoro specialistico che da ben 35 anni è stato portato avanti, con successo, dagli uomini della Polizia postale di Modena”.