Migranti, Kyenge “Serve solidarietà vera da parte dell’Europa”

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L’europarlamentare modenese del Pd Cécile Kyenge è intervenuta oggi sul tema degli sbarchi e della gestione europea del fenomeno dell’immigrazione presso la Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni del Parlamento Europeo, a Bruxelles. Ecco la sua dichiarazione:

“L’Italia sta lanciando un ultimo grido di aiuto”, così Cécile Kyenge, europarlamentare Pd, commenta le richieste avanzate dall’Italia in materia di gestione europea del fenomeno dell’immigrazione, dopo essere intervenuta oggi sul tema presso la Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni del Parlamento Europeo, a Bruxelles. “Ormai è un fatto noto da anni – spiega Kyenge – il bel tempo determina un aumento esponenziale degli sbarchi. Gli arrivi di migranti dal Nord Africa sono un fenomeno strutturale, che deve essere gestito dando risposte di carattere strutturale. Nell’agosto 2016 abbiamo accolto 13 mila migranti in 4 giorni. I 12 mila sbarchi degli ultimi giorni non possono essere considerati e trattati come un’emergenza. L’Europa non può più far finta di trovarsi di fronte ad un fenomeno inaspettato. Servono risposte e servono subito”. “Le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo sul tema – prosegue Kyenge – non sono soddisfacenti. Le ricollocazioni rimangono lettera morta per alcuni Stati Membri, mentre la riforma del Regolamento di Dublino e del sistema comune europeo di asilo rimangono ferme. Il Parlamento ha chiesto all’inizio di giugno che l’attuazione delle misure di ricollocazione siano prorogate fino alla riforma del sistema d’asilo e del Regolamento di Dublino, perché è questo ciò di cui c’è bisogno: un sistema di registrazione centralizzato delle domande d’asilo a livello di Unione, considerando ciascun richiedente asilo come una persona che cerca asilo nell’Unione Europea, non nel singolo Stato UE, istituendo un sistema centralizzato per l’attribuzione automatica della competenza per tutti coloro che chiedono asilo nell’Unione”. “Questo sistema – conclude – risolverebbe gran parte dei problemi. Ma serve una volontà politica chiara da parte di tutti gli Stati Membri. Non ci possiamo definire europeisti solo quando si tratta di incassare i fondi europei, per poi lavarci le mani di questione che riguardi una condivisione politica”.