Il segretario provinciale del Pd Lucia Bursi risponde al centrodestra che strumentalizza questioni delicate come la gestione dei profughi facendo leva sui timori dei cittadini. Ecco la sua dichiarazione:
“A cosa serve, se non per pure ragioni elettoralistiche interne, trinciare giudizi di grana grossa sul tema dell’accoglienza dei profughi e dei richiedenti asilo e volutamente creare confusione accostando situazioni tra loro diversissime? A cosa serve usare il lanciafiamme quando ci sono persone, istituzioni e associazioni impegnate, quotidianamente, in un faticoso lavoro umanitario? Siamo di fronte a un’emergenza le cui cause originarie non hanno radici in Italia, ma che ragioni geografiche e di accordi internazionali hanno fatto ricadere pesantemente proprio sul nostro Paese. Ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte. L’Europa in primis che non può continuare a nascondersi dietro alle differenze tra Paesi membri, lasciando l’Italia a gestire un flusso di disperati che sulla rotta del Mediterraneo, approfittando della stagione favorevole, scappano da conflitti, persecuzioni e carestie. Con il decreto Minniti, il nostro Paese sta provando a disegnare una risposta complessiva interna, mentre le diplomazie al lavoro nei Paesi africani stanno mettendo in campo una strategia internazionale che prova a gestire il fenomeno a monte. Le persone che arrivano sono appunto persone, come tali andranno trattate, con umanità ma con fermezza sulla base di leggi e regolamenti. Chi avrà i requisiti per restare verrà aiutato, chi non li ha dovrà essere espulso, mentre la Bossi-Fini, con la sua burocrazia incombente, aggiunge solo ostacoli e non aiuta a fare chiarezza. Non creiamo ghetti, ingiusti per le persone e potenzialmente pericolosi per le comunità. Chi avrà diritto ad essere accolto ora, grazie al decreto Minniti, potrà anche dare un proprio apporto volontario alle comunità ospitanti, a patto che sia messo in condizione di farlo anche dotandolo dei documenti previsti dalla legge. Ha fatto bene il sindaco di Modena e presidente della Provincia Muzzarelli (e ci meravigliamo che ci possa essere qualcuno che dubita dell’esistenza di questa lettera!) a esplicitare al ministro Minniti le difficoltà dei territori e i timori delle comunità, ma questo non giustifica chi, per ragioni ideologiche, vuole sottrarsi ai propri doveri istituzionali o soffia sul fuoco delle paure e delle difficoltà dei più fragili”.