Baruffi “Norme per la buona cooperazione, contro le false coop”

Dai parlamentari

Anche a Montecitorio, come al Senato, arriva una proposta di legge sulla cooperazione: per riconoscere e sostenere quella sana, motore di crescita e sviluppo, e distinguerla da quella falsa, o spuria, che avvelena l’economia e la società. La proposta contiene inoltre, per la prima volta, una disciplina inedita per le cooperative di comunità, esperienze innovative e positive che si vanno diffondendo sul territorio. Il nuovo testo è presentato da tre deputati che si sono occupati del problema nel tempo sotto tre profili distinti e complementari: il modenese Davide Baruffi della Commissione Lavoro, il genovese Lorenzo Basso della Commissione Attività produttive, e il fiorentino Paolo Beni della Commissione Affari sociali. Ecco la dichiarazione di Davide Baruffi:

“Siamo convinti che la cooperazione rappresenti una risposta concreta e originale alle sfide del presente e del futuro. Affinché conservi e rinnovi la sua vocazione di sviluppo e coesione sociale occorre una volta per tutte separare la buona cooperazione, basata sulla mutualità e sulla condivisione, da ciò che cooperazione non è. La nostra legge rilancia e sostiene la proposta presentata dall’Alleanza delle cooperative, che ha raccolto 100mila firme, per chiedere al Parlamento misure più severe e incisive per individuare le false coop, che usano indebitamente una forma riconosciuta dalla nostra Costituzione per celare finalità che non hanno nulla a che vedere con reciprocità e mutualità. La nostra legge rafforzerebbe gli istituti di vigilanza e introdurrebbe pesanti sanzioni per chi elude le regole oppure opera in un contesto di opacità. In secondo luogo la nostra proposta intende fornire una cornice normativa nazionale, oggi assente, a un’esperienza che si sta sempre più consolidando in molti territori (spesso marginali o di aree interne), quella della cooperazione di comunità. Sua caratteristica principale è che la natura mutualistica non riguarda particolari gruppi professionali, o determinati beni e servizi forniti, ma l’intero gruppo sociale cui si rivolge, il territorio, la comunità appunto. Le cooperative di comunità offrono già oggi, anche in assenza di un inquadramento certo, servizi di interesse generale configurandosi come un modello innovativo in cui i cittadini (ma pure istituzioni, associazioni e Terzo settore) mettono in comune varie tipologie di attività per rispondere a esigenze plurali, producendo benefici sociali diffusi. La nostra proposta norma anche le agevolazioni (molte in analogia con quelle previste per le start-up a vocazione sociale) per il sostegno di queste nuove realtà e chiama le istituzioni regionali e locali a promuovere queste iniziative”.