Domini collettivi, Vaccari “Pronti a portare in Aula il provvedimento”

Dai parlamentari, slider

Il senatore modenese Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Ambiente, anche in virtù della sua conoscenza della materia in quanto ex sindaco di Nonantola, è stato nominato relatore del disegno di legge che mira al riconoscimento dei domini collettivi, ovvero le forme di proprietà collettiva della terra – come la partecipanza agraria di Nonantola o gli usi civici del nostro Appennino – ereditate dal nostro passato. Il provvedimento, dopo l’esame congiunto nelle Commissioni Giustizia e Ambiente del Senato, sta per approdare alla discussione dell’Aula.

I domini collettivi, ovvero tutte le forme di proprietà collettiva ereditate dal passato, devono essere riconosciuti come soggetto neo-istituzionali a cui compete l’amministrazione del patrimonio civico di uso comune. E’ l’obiettivo contenuto nel disegno di legge sul riconoscimento dei domini collettivi che sta per approdare in Aula, a Palazzo Madama, e di cui il senatore modenese Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Ambiente, è uno dei relatori (insieme al collega Giuseppe Cucca). Stefano Vaccari, nella sua passata esperienza di sindaco di Nonantola, ha conosciuto da vicino uno dei più antichi e interessanti esempi di godimento collettivo della terra: la partecipanza agraria. “Con questo disegno di legge, a prima firma del collega Pd Giorgio Pagliari – spiega Stefano Vaccari – si vuole dare sistemazione, ma anche tutela giuridica a una serie di istituti di proprietà collettiva che abbiamo ereditato dal nostro antico passato e che rappresentano una ricchezza non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto dal punto di vista naturale, sociale e culturale. Penso, ad esempio, alla partecipanza agraria di Nonantola e agli usi civici del nostro Appennino, solo per stare nel modenese”. Le formule istituzionali ereditate sono le più varie: si va dalle partecipanze agrarie alle comunalie, dalle comunioni familiari montane alle vicinie, passando per università agrarie e consorterie. “Con questa legge si stabilisce un principio di salvaguardia del territorio e della comunità – continua Vaccari – Si garantisce riconoscimento giuridico al fatto che gli enti gestori delle terre di godimento collettivo, sono come “imprenditori locali”, che agiscono per la “tutela e la valorizzazione dell’insieme delle risorse naturali presenti nel demanio civico”. Il disegno di legge era stato presentato in Senato nel luglio del 2014. Dopo un periodo di stagnazione, ora il percorso legislativo ha ripreso vigore: la settimana scorsa si è concluso l’esame congiunto nelle Commissioni Giustizia e Ambiente, sono stati eletti di due relatori, e ora il provvedimento sta per approdare in Aula.