Femminicidi, Guerra “Importante nuova Commissione d’inchiesta”

Dai parlamentari

Il Senato, nei giorni scorsi, ha approvato l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sui femminicidi e sulla violenza di genere. La senatrice modenese Maria Cecilia Guerra, ex vice-ministro con delega alle Pari opportunità nel Governo Letta e ispiratrice della staffetta sui femminicidi che si sta tenendo in Aula a Palazzo Madama, ha fatto la dichiarazione di voto per conto del Pd, sostenendone con convinzione l’istituzione e provando a spiegare quali potrebbero essere i compiti e gli obiettivi di questa nuova Commissione di inchiesta.

“Siamo di fronte a un fenomeno talmente radicato nella cultura, nella tradizione e nella organizzazione sociale del nostro Paese che occorre un nuovo sforzo del Parlamento per provare a contrastare con maggiore forza la violenza di genere, soprattutto provando a capire come mai, nonostante nel 2013 sia stata emanata una nuova legge in applicazione della Convenzione di Istanbul, gli interventi non solo non si sono rilevati sufficienti, ma a volte anche inefficaci. I dati dell’Istat ci confermano che, negli ultimi cinque anni, ben 4 milioni e mezzo di donne nel nostro Paese hanno subito una qualche forma di violenza fisica, di cui 2,4 milioni da parte del partner o dell’ex partner. Un numero che cresce sensibilmente se consideriamo anche le donne che hanno subito violenza psicologica, economica, sessuale o siano state vittime di stalking. C’è una maggiore consapevolezza nelle donne (sono in aumento i casi in cui si denuncia, quando prima, invece, si stava zitte) sono stati adottati nuovi strumenti di tutela, ma i casi di cronaca ci confermano che non sempre, anche il rivolgersi alla giustizia costituisce sufficiente protezione. Allora questa Commissione d’inchiesta, che il Senato ha approvato nei giorni scorsi e che come Pd appoggiamo in maniera convinta, dovrà provare a fornire nuove risposte a esigenze e profili che si vanno acclarando. Ad esempio, nel corso della staffetta che, insieme a una cinquantina di colleghe e colleghi stiamo attuando in Senato, abbiamo notato come, molto spesso, la violenza esploda a ridosso di una separazione anche solo annunciata. Come fare per proteggere con maggiore efficacia le donne e i loro figli? C’è poi il drammatico tema della violenza assistita: i figli che subiscono o assistono alla violenza sulla madre tendono, ben nel 22% dei casi, a replicare tali comportamenti, quasi a testimoniare che quello per loro è diventato il parametro di “normalità” dei rapporti tra uomo e donna. E’ la trasmissione intergenerazionale della violenza. E, poi, c’è il grande tema della riconoscibilità dei segni della violenza: sembrerà impossibile, ma da un recente studio promosso da medici del pronto soccorso su loro stessi si evidenzia che la violenza domestica viene riconosciuta solo in un caso su dieci dagli stessi professionisti sanitari. Dal lavoro della Commissione ci aspettiamo suggerimenti per nuovi provvedimenti. Penso, ad esempio, al coinvolgimento dei cosiddetti “soggetti sentinella”. A Chicago, dal primo dell’anno, è scattato l’obbligo per parrucchiere ed estetiste di seguire dei corsi per riconoscere i segni degli abusi e delle violenze. Sono tutte esperienze che possono e devono insegnarci qualcosa. La Commissione d’inchiesta può dare sicuramente un contributo importante in questa direzione”.