Cie, Gazzotti e Fasano “No soluzioni dall’alto, confronto unica strada”

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«Non stupisce la contrarietà espressa dalla città nei confronti dell’ipotesi di riapertura del Cie modenese. Necessario un maggior confronto, bene in questo senso l’iniziativa del sindaco Muzzarelli.» Così la responsabile Diritti e Integrazione della Segreteria provinciale del Pd Elena Gazzotti e il responsabile Welfare della Segreteria cittadina del Pd Tommaso Fasano intervengono sull’ipotesi di riapertura del Cie di Modena. Ecco la loro dichiarazione:

“Pare più che comprensibile la levata di scudi che in città ha accompagnato l’ipotesi di una possibile riapertura del Centro di Identificazione ed espulsione di via La Marmora, chiuso nel 2013 al termine di un’esperienza che non può certo definirsi positiva, caratterizzata come fu da ripetuti disordini, condizioni di insicurezza per gli stessi operatori che vi operavano, violazioni dei diritti umani e gravi irregolarità amministrative. Anche noi ci domandiamo come i Cie, con tutti i loro limiti, possono essere oggi considerati uno strumento idoneo alla portata del fenomeno migratorio che il nostro Paese si trova ad affrontare: secondo i dati comunicati dallo stesso Ministero degli Interni, nel corso del 2016 sono stati accolti in Italia 176.554 migranti, a fronte dei poco più di 190 mila arrivati complessivamente sul nostro territorio nei tre anni precedenti. Un contesto dunque decisamente più complesso di quello per il quale questi centri furono concepiti e la cui ampiezza va ben oltre le dispute, per così dire, di campanile fra Modena e Bologna. Se appiattire il tema della sicurezza alla sola gestione dei migranti rischia di banalizzare la complessità di entrambi i fenomeni, è pur vero che negli ultimi anni si è andato accentuando, in modo ormai non più rinviabile, il doppio problema di garantire da una parte i diritti e l’accoglienza di coloro che cercano legittimamente rifugio da guerre e persecuzioni, e dall’altra di evitare che ad essere accolti siano soggetti con ben altri obiettivi. Queste due esigenze non devono e non possono essere in contrasto tra loro, e ciò richiede di inserire i nuovi provvedimenti in una prospettiva politica più ampia che ridefinisca i concetti stessi di integrazione e cittadinanza. Un esempio concreto in questo senso è da tempo rappresentato dalla rete Sprar, iniziativa, non a caso, nata per volontà di un gruppo di amministrazioni locali, compresa quella modenese, che per la loro vicinanza al territorio si trovano giocoforza in prima linea ad affrontare i risvolti più diretti e quotidiani del fenomeno migratorio. Un esempio di dialogo fra istituzioni che non abbiamo citato a caso, nella convinzione che solo attraverso un confronto fra i vari attori chiamati ad intervenire su queste tematiche possa portare all’individuazione di soluzioni concrete, praticabili e soprattutto efficaci. Bene dunque, in questo senso, la recente lettera del sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli al ministro dell’interno Marco Minniti sul tema sicurezza, e ancor più positiva la pronta risposta giunta da Roma, come riporta oggi la stampa locale. Auspichiamo dunque, che quel tavolo di confronto possa comprendere, oltre la sicurezza anche la gestione della migrazione, occasione per il nostro territorio, dove quasi il 15% dei residenti ha origine straniera, di portare la sua profonda esperienza e fornire un contributo di elevata qualità alla discussione.”