Res, consiglieri Pd “Legge giusta per contrasto povertà e…demagogia”

Dalla Regione, slider

“Il Reddito di Solidarietà della Regione Emilia-Romagna rappresenta una misura concreta, praticabile ed equa di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito’. La nota dei consiglieri regionali modenesi del Pd Giuseppe Boschini, Enrico Campedelli, Luca Sabattini e Luciana Serri sul Reddito di solidarietà:

La legge approvata dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna il 14 dicembre “Misure di contrasto alla povertà e sostegno al Reddito” che istituisce il RES (Reddito di solidarietà) prevede un sostegno fino ad un massimo di 400 € a beneficiario o a nucleo famigliare. Si tratta di un contributo concreto per affrontare, con un aiuto, un momento di difficoltà economica. Ma anche di un’opportunità per riprendere un percorso di integrazione sociale e professionale. I 35 milioni all’anno stanziati dalla Regione per il RES andranno inoltre ad aggiungersi ai 37 previsti dalle misure nazionali. Il RES si rivolge ad una platea di beneficiari stimabile in 35mila famiglie e 65mila individui nel territorio regionale e in circa 3000 nuclei famigliari in ambito modenese. Diversamente da analoghe misure nazionali, la legge regionale è improntata ad un principio universalistico e si rivolge a tutti i nuclei, anche quelli unipersonali, di cui almeno un componente è residente in regione da più di 24 mesi, con ISEE corrente inferiore o uguale a 3000 euro. “A differenza del reddito di cittadinanza, che è semplicemente una somma data a tutti i cittadini indipendentemente dal reddito e dalla loro intenzione di lavoro, con il reddito di solidarietà noi non facciamo un’operazione assistenziale – spiegano i consiglieri regionali modenesi del Pd Giuseppe Boschini, Enrico Campedelli, Luca Sabattini e Luciana Serri – Infatti il RES prevede che i beneficiari aderiscano ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa. Con il reddito di cittadinanza sostenuto in Italia dal Movimento 5 Stelle il lavoro invece non è più il perno su cui si fonda l’appartenenza alla comunità, come ricorda l’art. 1 della nostra Costituzione. Per noi il lavoro invece resta elemento fondamentale di integrazione sociale. Se ci guardiamo intorno vedremmo che di reddito di cittadinanza si parla molto, ma se ne pratica poco, e laddove ci sono le condizioni materiali e finanziarie per realizzarlo non lo si istituisce. Il reddito di cittadinanza, che è ormai una bandiera demagogica dei Cinque Stelle, inoltre è sostenuto anche dalle destre perché, di fatto, è una misura che, se attuata, impegna risorse tali che implicherebbero lo smantellamento del nostro sistema di Welfare state. Per questa ragione chi ha le risorse per realizzarlo, ad esempio la Svizzera, lo ha da poco bocciato con un referendum popolare. La legge regionale che istituisce il RES non ha invece un carattere assistenzialistico – concludono i consiglieri regionali modenesi del Pd – ma prevede un atto di responsabilità del beneficiario e l’attivazione di un patto sociale per l’inclusione attiva, la ricerca di lavoro, la frequenza scolastica. Il RES infine non impatta sul welfare regionale, togliendo risorse (come farebbe il Reddito di cittadinanza, che con una mano dà e con l’altra toglie), ma integra le forme di welfare e di sostegno al reddito. Il Reddito di Solidarietà rappresenta insomma una misura concreta, praticabile ed equa di sostegno al reddito e di contrasto alla povertà… e alla demagogia”.