Libere professioni, Serri: “Attivarsi per reale parità fra uomini e donne”

Dalla Regione

Nelle libere professioni le donne guadagnano mediamente la metà rispetto ai loro colleghi e restano sottorappresentate negli organismi direttivi degli ordini, dei collegi e nelle realtà politiche, amministrative e categoriali. E’ quanto emerge dalla ricerca sui differenziali di reddito nelle professioni presentata dalla Commissione pari opportunità del Comitato unitario delle professioni intellettuali di Modena alle commissioni Parità e diritti e Politiche economiche riunite in seduta congiunta. Luciana Serri, presidente della Commissione Politiche economiche: “Azione di monitoraggio importante ai fini dello sviluppo di politiche da attuare per ridurre i differenziali esistenti”.

Presentata in Regione, alle Commissioni per la Parità e i diritti e Politiche economiche, la ricerca sui differenziali di reddito nelle professioni da parte della Commissione Pari opportunità del Comitato unitario delle professioni intellettuali di Modena. L’indagine presentata affronta il tema delle donne nelle libere professioni: quanto guadagnano, come sono rappresentate. “E’ una indagine – spiega Luciana Serri – che pone con forza il tema dell’uguaglianza sostanziale: un tema al quale non vogliamo sottrarci. Nelle libere professioni, pur con importanti differenze fra le categorie, uomini e donne sostanzialmente si equivalgono nei numeri, ma le donne guadagnano mediamente la metà rispetto ai loro colleghi. Anche i dati relativi alla rappresentanza negli organismi direttivi di ordini e collegi, così come nelle posizioni di vertice, restano negativi. Con la Commissione pari opportunità del Comitato unitario delle professioni intellettuali di Modena vogliamo sviluppare un percorso comune perché un serio monitoraggio è alla base delle politiche da attuare per ridurre i differenziali esistenti”. La ricerca si basa su dati di fonte amministrativa forniti direttamente dagli ordini e dai collegi professionali della provincia di Modena attraverso la Commissione per le Pari opportunità del Comitato unitario delle professioni e su dati disponibili in fonti amministrative a livello nazionale. La disuguaglianza di reddito cresce con l’aumentare dell’età: se dopo pochi anni dalla conclusione degli studi universitari non arriva al 30%, negli anni successivi raggiunge il 50%. Intorno ai 40/50 anni, quando si colgono i maggiori benefici economici, le donne spesso incontrano una difficoltà di condivisione tra lavoro e cura familiare (per i figli ma anche per i genitori anziani) che può portare all’abbandono dell’attività lavorativa. Il gap retributivo non è uniforme fra le professioni (più basso fra i giornalisti, più alto fra gli avvocati ad esempio), così come non è uniforme la presenza delle donne nelle diverse professioni. La presenza femminile nelle posizioni apicali è ancora rara e con difficoltà le donne vedono riconosciuta la loro autorevolezza sul lavoro (nei cantieri, negli ospedali, nei tribunali). Spesso sono sottorappresentate negli organismi direttivi degli ordini, dei collegi e nelle realtà politiche, amministrative e categoriali. “Condivido la proposta della presidente della Commissione per la Parità e per i diritti delle persone Roberta Mori finalizzata alla stesura di un protocollo con la Commissione pari opportunità del Comitato unitario delle professioni intellettuali di Modena al fine di proseguire questo percorso di indagine. E’ una fotografia dell’esistente – conclude Luciana Serri – utile per un’analisi delle motivazioni ma anche a sostenere, in termini di sensibilizzazione culturale, il lavoro da svolgere per una reale e concreta parità nelle professioni e nel lavoro in generale”.

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