Banche, Guerra e Vaccari “Non scaricare difficoltà sulla clientela”

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I senatori modenesi del Pd Maria Cecilia Guerra e Stefano Vaccari sollecitano il Governo e le autorità deputate a vigilare affinché i costi degli impegni importanti che gli istituti di credito, soprattutto quelli maggiori, devono affrontare non vengano, poi, a ricaduta, fatti pagare ai piccoli correntisti, alle famiglie e alle imprese. L’impegno è stato inserito nel parere espresso dalla Commissione Finanze del Senato sul Def, il Documento di economia e finanza preparato dal Governo.

“Le banche stanno affrontando problemi e impegni importanti, ma il Governo e le autorità deputate devono vigilare affinché i costi non vengano poi fatti ricadere sui servizi alla clientela, né sul credito erogato a famiglie e imprese”: i senatori modenesi del Pd Maria Cecilia Guerra e Stefano Vaccari hanno lavorato affinché nel parere più generale che la Commissione Finanze del Senato ha espresso sul Documento di economia e finanza fosse inserito anche questo impegno per il Governo. “Mi sono stati segnalati casi – spiega il senatore Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Ambiente – di importanti istituti di credito che hanno deciso di chiedere una sorta di contributo forzoso alla propria clientela prevedendo spese fisse ulteriori sui conti correnti. Così non va bene, scaricare ulteriori costi sulla clientela finale significa tarpare le ali alla ripresa”. “E’ vero che, soprattutto gli istituti di credito di maggiori dimensioni, devono fronteggiare i costi del Fondo interbancario di garanzia e sono impegnati a contribuire alla ricapitalizzazione delle banche in difficoltà – continua la senatrice Maria Cecilia Guerra, componente della Commissione Finanze – ma tutto questo non può essere fatto pagare ai piccoli correntisti, alle famiglie e alle imprese. E’ per questa ragione che nel parere che come Commissione abbiamo espresso sul Def abbiamo voluto sottolineare il fatto e sollecitare sia il Governo che le autorità di vigilanza a operare affinché la ripresa economica non sia ostacolata dall’incremento dei costi, sia intesi come aumento delle commissioni che come maggiore onerosità dei prestiti”.