Saharawi, Vaccari e Baruffi “L’Italia intervenga insieme alla Ue”

Dai parlamentari

La mancata visita nei territori del Sahara Occidentale, contesi tra Marocco e Fronte Polisario, della consigliera regionale Pd Silvia Prodi è al centro di due interrogazioni similari, presentate in Senato e alla Camera, dai parlamentari modenesi del Pd Stefano Vaccari, presidente dell’intergruppo parlamentare di amicizia e solidarietà con il popolo Saharawi, e Davide Baruffi, insieme a un gruppo di colleghi di maggioranza e opposizione che fanno parte dello stesso intergruppo parlamentare. “Chiediamo – dicono Vaccari e Baruffi – una forte presa di posizione diplomatica, in raccordo con le istituzioni comunitarie, per favorire la libertà di accesso e circolazione nei territori di osservatori internazionali indipendenti, stampa e organizzazioni umanitarie”.

Com’è già accaduto in passato a giornalisti, parlamentari e diplomatici, compreso il segretario generale dell’Onu, la consigliera regionale Pd Silvia Prodi, accompagnata da due attiviste per la tutela dei diritti umanitari del popolo Saharawi, ai primi settembre, non è riuscita a raggiungere il Sahara occidentale dove avrebbe voluto parlare con alcuni cittadini saharawi che vivono nei territori occupati. Le autorità marocchine non hanno permesso alla delegazione di scendere dall’areo atterrato a Layoun e, dopo una notte passata a Casablanca assistite dall’ambasciatore italiano, Prodi e compagne sono state rimandate in Italia. La vicenda è ora al centro di una interrogazione al ministro degli Affari esteri Gentiloni, presentata sia al Senato che alla Camera, dai parlamentari modenesi del Pd Stefano Vaccari, presidente dell’Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo Saharawi, e Davide Baruffi, insieme a un gruppo di colleghi di maggioranza e opposizione che fanno parte dello stesso intergruppo parlamentare. “Non si trattava di una visita ufficiale – spiegano nel testo dei rispettivi atti Vaccari e Baruffi – ma era comunque stata comunicata all’Ambasciata italiana in Marocco. Tra l’altro, non è la prima volta che ciò accade. Casi analoghi si sono ripetuti più volte negli ultimi anni e testimoniano in modo evidente che il Regno del Marocco vuole nascondere all’opinione pubblica e ai mezzi di informazione ciò che succede nel Sahara occidentale”. Per questa ragione, i parlamentari Pd chiedono al ministro Gentiloni “quali azioni siano state adottate dalle autorità italiane per conoscere le ragioni di un simile comportamento dei rappresentanti del Marocco”. In particolare viene sollecitata “una forte presa di posizione diplomatica, in raccordo con i partner europei e con le istituzioni comunitarie, per favorire l’effettivo riconoscimento della libertà di accesso e di circolazione nei territori del Sahara occidentale di osservatori internazionali indipendenti, della stampa e delle organizzazioni umanitarie”.

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