Boschini “Anche a Modena si cambia passo nelle politiche su Rom e Sinti”

Dalla Regione

La nota del consigliere regionale modenese del Pd Giuseppe Boschini sulle novità in materia di microaree per Rom e Sinti previste in Emilia-Romagna.

Un tema decisamente spinoso quello legato ai Rom e Sinti dei nostri territori. Da sempre ai margini della società, tali popolazioni sono costrette a vivere nelle periferie e nei territori di confine delle nostre città. Luoghi improvvisati e inadatti, quasi sempre privi di qualunque servizio primario e sui quali finiscono per insistere numerose famiglie che, inevitabilmente, aumentano ed acuiscono il degrado e la precarietà già esistenti. Una situazione difficile sia per Rom e Sinti che per quanti abitano vicino a tali zone e che, ovviamente, preclude ogni possibilità di dialogo e integrazione. “Una situazione difficile e potenzialmente esplosiva – afferma il consigliere regionale modenese Pd Giuseppe Boschini – che crediamo possa essere risolta con una approccio più razionale e umano. Grazie alla Legge regionale n. 11 approvata dall’Assemblea legislativa nel 2015 e della quale ho avuto l’onore di essere il relatore, potremo dimostrare anche all’ombra della Ghirlandina che ci sono ben altri mezzi rispetto alle ruspe per affrontare le tematiche relative ai nomadi.” Con lo smembramento dei grandi campi che determinano condizioni molto precarie di igiene e impediscono qualunque forma di controllo in favore delle così dette microaree, si potrà dare un’efficace risposta ad entrambe le problematiche. A Modena la chiusura dei grandi campi nomadi era già stata prospettata ma, con i fondi messi a disposizione dalla Legge regionale Norme sull’inclusione sociale di rom e Sinti approvata nel luglio dell’anno scorso, tale decisione potrà prendere concretamente forma. “Mentre qualcuno propone politiche che rimandano a pagine nere della storia umana quale unica risposta per la gestione delle popolazioni Rom e Sinti – conclude Boschini – noi preferiamo soluzioni che preservino e affermino l’umanità. Con la gestione meno massificata e più puntuale che si otterrà nelle microaree, verranno avviati percorsi di responsabilizzazione e integrazione dei nomadi e spero che questo sia solo il primo passo per una convivenza meno conflittuale. L’accesso alle nuove microaree sarà del tutto trasparente e sarà riservato a persone già residenti sul territorio che possano dimostrare condizioni abitative legittime e che saranno tenute al pagamento di un affitto per l’uso della zona oltre al pagamento di tutte le utenze.”