Castelfrigo, Baruffi “Quali azioni intende intraprendere il Governo?”

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Approda nuovamente in Parlamento la vertenza Castelfrigo, l’azienda di lavorazione carni tornata in questi ultimi giorni al centro di un contenzioso sindacale. Il deputato modenese Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro della Camera, ha presentato sulla vicenda un’interrogazione ai Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico. Ecco la sua dichiarazione:

“Non è la prima volta che portiamo all’attenzione del Parlamento il problema di Castelfrigo e delle aziende del distretto delle carni. Accadde già lo scorso febbraio, quando erano in corso vertenze sindacali finalizzate al riconoscimento di nuovi inquadramenti contrattuali per i lavoratori, dipendenti da società cooperative di servizi, impiegati nelle locali ditte del settore. Il Governo, già in quella prima occasione, spese parole importanti sia sulle irregolarità registrate in diversi stabilimenti, sia sui controlli, allora ancora in corso, nell’azienda castelnovese. Sempre in quell’occasione l’Esecutivo si era detto consapevole della delicatezza dell’intera vicenda e, anche per questo, si era impegnato a monitorarla. Ora con il ripresentarsi di analoghe criticità è tempo di fare un ulteriore passo avanti perché dal tavolo provinciale, seguito all’accordo raggiunto per Castelfrigo nei mesi scorsi, non sono emerse soluzioni condivise, nonostante l’impegno caparbio delle nostre Amministrazioni locali. In alcuni casi, anzi, siamo costretti ad assistere ad un peggioramento delle relazioni, a partire proprio da Castelfrigo dove, nei giorni scorsi, due rappresentanti sindacali sono stati licenziati dalla cooperativa appaltatrice. Un passo falso che rischia di esasperare lo scontro anziché favorire la ripresa di un confronto sereno e costruttivo. Auspichiamo che l’incontro programmato per domani in Prefettura possa portare innanzitutto al ritiro di quei provvedimenti. Restiamo dell’idea che l’attuale situazione manchi comunque di equilibrio: un regime di appalti che non contempli la clausola sociale, che non preveda una più forte responsabilità solidale tra committenza e appaltatori e vere cooperative, anziché quelle spurie, non può reggere. Siamo ben consapevoli che parliamo di imprese importanti che generano ricchezza e debbono stare sul mercato e crediamo anzi che in questo sforzo vadano sostenute, ma non può esserci spazio fuori dalla legalità, dal rispetto dei diritti e dei contratti. Serve dunque un accordo per fare un passo avanti, non scorciatoie unilaterali. Per questo crediamo anche che, in mancanza di un’intesa fra le parti, sarà giocoforza compito della politica assumere provvedimenti normativi conseguenti, nonché approntare controlli ancora più stringenti. Abbiamo interrogato il Governo per comprendere quali azioni intenda adottare anche in considerazione degli impegni presi in questo senso a febbraio, e se non ritenga necessario assumere un’iniziativa più complessiva, di concerto con le parti sociali, al fine di dirimere talune questioni generali che investono il comparto della macellazione e della lavorazione delle carni.”