Guerra “Attenzione a gestione minori stranieri non accompagnati”

Dai parlamentari

Durante il question time di giovedì al Senato, la senatrice modenese del Pd Maria Cecilia Guerra ha richiamato l’attenzione del ministro dell’Interno Angelino Alfano su alcune tematiche legate alla gestione dei minori stranieri non accompagnati, che giungono nel nostro paese. Ecco la dichiarazione della senatrice Guerra:

“La disciplina dell’accoglienza relativa ai minori stranieri non accompagnati, approvata nel 2015, prevede, a regime, una prima accoglienza temporanea, che non può eccedere i 60 giorni, in strutture governative dedicate, in cui i minori dovrebbero essere trattenuti per il tempo strettamente necessario per identificarli, accertarne l’età e dare loro informazioni sui loro diritti, e un’accoglienza di secondo livello nell’ambito delle strutture del sistema Sprar. Nel caso di incapienza temporanea di queste strutture, l’accoglienza è assicurata dal Comune dove si trovano i minori, assistiti da una compartecipazione statale al finanziamento del costo del servizio. Il piano per l’accoglienza del 2016 ha sottolineato la necessità di accelerare la realizzazione compiuta di questo sistema, anche attraverso un potenziamento della capacità di accoglienza della rete Sprar. Con il decreto enti locali, che verrà convertito in legge la prossima settimana, viene però introdotta una nuova norma, con la quale si prevede, in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di minori stranieri non accompagnati, l’attivazione, affidata alla discrezionalità dei prefetti, di strutture ricettive temporanee con massimo 50 posti, riservata ai minori con età superiore ai 14 anni (che sono peraltro più del 92% dl totale), senza che sia indicata alcuna durata massima della permanenza in queste strutture. Ho allora chiesto di sapere come si raccordano queste strutture con le strutture di prima accoglienza già previste dal dlgs 142/2015 e cosa si pensa di fare per evitare i seguenti rischi:

  • Il rischio che le nuove strutture di emergenza diventino permanenti, perché non è prevista una permanenza massima al loro interno.
  • Il rischio che, se non si procede ad adeguare tempestivamente e a potenziare il sistema ordinario di accoglienza, le nuove strutture costituiscano un binario parallelo, discriminatorio, di accoglienza
  • Il rischio che si determini una concentrazione territoriale eccessiva di minori stranieri non accompagnati.

Il ministro ha risposto, parzialmente, alla mia domanda. Ha detto che le nuove strutture devono alleviare l’onore che ricade sui Comuni di arrivo (ma questo sarebbe anche il compito delle strutture governative di prima accoglienza). Ha convenuto con me che è necessario che queste nuove strutture non debbano diventare permanenti, e che è importante che i minori siano distribuiti equamente fra i Comuni di tutto il territorio nazionale.

Secondo gli ultimi dati del Ministero del lavoro, a fronte di 12.241 minori stranieri non accompagnati presenti e censiti, ce ne sono 5.222 irreperibili. Ho quindi sollecitato il ministro a fronteggiare questo fenomeno che espone i minori al rischio di divenire vittime di tratta o di organizzazioni criminali.”