Montagne, Vaccari “Vero laboratorio sociale e ambientale”

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Il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, componente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della montagna, ha partecipato, nel pomeriggio di lunedì 18 luglio, a Roma, alla presentazione del secondo “Rapporto montagne Italia”. “E’ vero, come è stato ribadito nel corso del convegno – commenta il sen. Vaccari – che la montagna oggi è un laboratorio di tipo sociale e ambientale, capace di anticipare dinamiche che interesseranno, domani, anche l’intero Paese”. Ecco la dichiarazione di Stefano Vaccari:

La montagna da luogo bisognoso di supporto per la peculiarità del territorio a laboratorio capace di anticipare dinamiche sociali e ambientali che interesseranno tutto il Paese. Nel pomeriggio di lunedì 18 luglio, a Roma, presso il Palazzo dei Gruppi della Camera dei deputati, Uncem (Unione nazionale Comuni, Comunità, Enti montani) ha presentato il secondo “Rapporto montagne Italia”, fotografia della montagna italiana, dalle Alpi all’Appennino. Alla presentazione del Rapporto erano presenti il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, componente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della montagna, e il modenese Giovanni Battista Pasini, presidente dell’Ente parchi Emilia Centrale e presidente di Uncem Emilia-Romagna. “E’ vero, come è stato ribadito nel corso del convegno – commenta il sen. Vaccari – che la montagna oggi è un laboratorio di tipo sociale e ambientale, capace di anticipare dinamiche che interesseranno, già domani, anche l’intero Paese”. In montagna si assiste a due fenomeni, ribattezzati “flussi di ristrutturazione demografica”. Da una parte, il tendenziale invecchiamento della popolazione: questo non deve essere vissuto solo come un problema sanitario-assistenziale, ma come un segmento demografico con grande potenziale di energie, uscito dal mercato del lavoro, ma ancora con una lunga prospettiva di vita. Dall’altra, c’è la progressiva presenza di immigrati che stanno sostituendo la manodopera locale (che manca) a tutti i livelli del ciclo produttivo: fondamentale una gestione dei flussi migratori che superi la mera occasionalità. “La montagna ci insegna il vero significato della sostenibilità – commenta Stefano Vaccari – intesa come la capacità di una comunità di fare delle scelte in rapporto alle proprie specificità. Lo sviluppo dei prossimi anni dovrà essere uno sviluppo ambientalmente sostenibile: dalla montagna, ad esempio, abbiamo mutuato le “oil free zone” che abbiamo inserito nel Collegato Ambientale. Con la delega data al Governo puntiamo ora a una sorta di pagamento dei servizi eco-sistemici ambientali, in sostanza si prova a stabilire un valore quantificabile a risorse ambientali, date troppo spesso per scontate, come ad esempio il valore del bosco, e che, invece, sono indispensabili per il mantenimento e lo sviluppo del nostro sistema di vita”.