Croce Rossa, Patriarca “Si compia il processo di smilitarizzazione”

Dai parlamentari

La Camera dei deputati sta discutendo la conversione in legge del decreto di proroga delle missioni internazionali. Nel provvedimento si autorizza per l’anno in corso l’impiego di personale della Croce Rossa come supporto sanitario nelle missioni internazionali. Il deputato modenese del Pd Edoardo Patriarca – che è stato relatore del provvedimento in Commissione Affari sociali – ribadisce che la norma non deve interferire, però, con il processo di smilitarizzazione che sta trasformando la Croce rossa in un ente di volontariato di promozione sociale. Ecco la sua dichiarazione:

“Il decreto di proroga delle missioni internazionali prevede all’articolo 2 comma 3 l’autorizzazione per il 2016 dell’impiego del personale della Croce Rossa Italiana come ausiliario delle forze armate per le esigenze di supporto sanitario nelle missioni internazionali in Medio Oriente e Asia. In Commissione Affari sociali abbiamo dato parere favorevole alla misura, ribadendo, però, che questa scelta non deve interferire con il processo già intrapreso con il decreto del presidente del Consiglio del 25 marzo 2016. In sostanza il decreto prevede la privatizzazione della CRI attraverso la costituzione dell’associazione Croce Rossa Italiana. Si tratta di una nuova realtà non più di diritto pubblico. La Croce Rossa diventa un ente di diritto privato così come previsto dal Codice civile, iscritto di diritto nel registro nazionale, nonché nei registri regionale e provinciali, delle associazioni di promozione sociale. Il processo di trasformazione, però, sta subendo rallentamenti e tentativi di aggiustamento, con il paradosso che molte realtà locali delle CRI sono già diventate a tutti gli effetti associazioni di promozione sociale e dunque realtà a tutto tondo appartenenti al Terzo settore, mentre quella nazionale e alcune realtà regionali sono rimaste enti di diritto pubblico. L’auspicio è che il processo di smilitarizzazione si compia fino in fondo, superando una anomalia storica tutta italiana rispetto alle altre organizzazioni internazionali della Croce Rossa. In questo modo si recupera una funzione di terzietà negli interventi umanitari e di distinzione dall’intervento militare vero e proprio. Si riconosce anche il servizio di volontariato che tante persone svolgono e hanno svolto nelle Croce Rosse locali. Tutti costoro si sentono appartenenti al vasto mondo del volontariato piuttosto che alla organizzazione delle nostre forze armate, alle quali continuiamo a rinnovare tutta la nostra stima e fiducia per il prezioso lavoro di interposizione svolto nei tanti teatri di guerra”.