Ghizzoni “Cresce peso di cultura e creatività nell’economia locale”

Dai parlamentari

Settimo posto in Italia per valore aggiunto prodotto dal settore cultura e creatività, sesto posto per occupati: il sistema produttivo culturale modenese si afferma nella topo ten delle province italiane secondo il rapporto annuale “Io sono cultura” stilato da Symbola e Unioncamere. “In tempi di crisi, ci si è orientati verso settori finora meno esplorati – commenta la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Cultura della Camera – Competenze e creatività fanno registrare un saldo attivo”. Ecco la dichiarazione di Manuela Ghizzoni:

“Dedicato a tutti quelli che… ancora credono che con la cultura non si mangia.
Secondo l’indagine “Io sono cultura”, il rapporto annuale di Symbola e Unioncamere che misura il peso dei settori cultura e creatività sull’economia nazionale, Modena è tra le province italiane che più producono ricchezza con la cultura. Pur essendo un centro di medie dimensioni si posiziona a ridosso delle grandi metropoli e delle città d’arte conosciute a livello internazionale: settimo posto in Italia (subito dopo Firenze) per valore aggiunto prodotto dal settore cultura e creatività, che rappresenta il 7,2% del totale dell’economia provinciale; sesto posto per occupati – il 7,7% dell’economia provinciale – ancora subito dopo Firenze e prima di Bologna. La nostra provincia, secondo il rapporto presentato oggi, nel giro di un solo anno, si allontana dalle posizioni di metà classifica detenute l’anno precedente, e si colloca decisamente nella top ten delle province italiane, prima provincia emiliano-romagnola del settore. Il sistema produttivo culturale, così come preso in considerazione dalla ricerca, si articola su cinque macro settori: industrie creative (architettura, comunicazione, design), industrie culturali propriamente dette (film, video, mass-media, videogiochi e software, musica, libri e stampa), patrimonio storico-artistico architettonico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici), performing art e arti visive (rappresentazioni artistiche, divertimento, convegni e fiere) e imprese creative-driven (imprese non direttamente riconducibili al settore ma che impiegano in modo strutturale professioni culturali e creative, come la manifattura evoluta e l’artigianato artistico). In maniera evidente, in tempi di crisi, di necessità si è riusciti a fare virtù: ci si è orientati verso settori finora meno esplorati. Competenze e creatività fanno registrare un saldo attivo”.