Sen. Guerra “Gli stupri di guerra sono crimine contro l’umanità”

Dai parlamentari

In occasione delle celebrazioni della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sessuale nei conflitti armati (19 giugno 2016) la senatrice modenese del Pd Maria Cecilia Guerra interverrà al convegno dal titolo “Crimini contro l’umanità e crimini di guerra”, nel corso del quale verrà presentato il libro “Stupri di guerra e violenze di genere ” a cura di Simona La Rocca. Il convegno si terrà venerdì 17 giugno, a Roma, a partire dalle ore 9.30, presso il Senato della Repubblica, sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, in piazza Capranica.

“Gli stupri di guerra e la violenza di genere – ricorda la senatrice Maria Cecilia Guerra – hanno una storia più che secolare, ma guardando anche solo agli ultimi decenni possono essere ricordati gli stupri “etnici” nei paesi della ex Jugoslavia, in Darfur, nella Repubblica democratica del Congo, in Ruanda e Liberia, pianificati dalle autorità governative o da gruppi ribelli per colpire al cuore l’avversario, “imbastardire” la sua prole, distruggere le identità sociali e culturali del nemico. In questi contesti le donne, ma anche le bambine, vengono costrette non soltanto a subire violenze ripetute e spesso devastanti, ma anche, specialmente in paesi fortemente patriarcali, a dovere poi affrontare il ripudio e l’emarginazione da parte della propria comunità.” La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sessuale nei conflitti armati coincide con l’anniversario dell’adozione della Risoluzione 1820 del 2008 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. “In quella risoluzione, approvata all’unanimità – ricorda la senatrice Guerra – si ha la prima importante condanna da parte di un organismo internazionale dello stupro come arma di guerra. Si afferma, infatti, che la violenza sessuale è adoperata come “tattica di guerra per umiliare, dominare, spaventare, disperdere e/o ricollocare a forza i civili membri di una comunità o di un gruppo etnico”, e quando questo avviene la violenza perdura, molto spesso, anche dopo la fine delle ostilità. La risoluzione osserva inoltre che “lo stupro e altre forme di violenza sessuale possono rappresentare un crimine di guerra, un crimine contro l’umanità o comunque un atto che afferisce al genocidio. Sottolinea quindi “l’importanza di porre fine all’impunità nei confronti di tali atti, come parte di un approccio globale per la ricerca della pace, della giustizia, della verità e della riconciliazione nazionale”. Il convegno di venerdì – conclude Maria Cecilia Guerra – punta anche ad impedire la rimozione collettiva che spesso accompagna queste violenze e a meglio capire continuità e differenze che esistono fra la violenza nei confronti delle donne in tempo d pace e in tempo di guerra.”