Boschini “Per un nuovo approccio delle politiche sui fenomeni migratori”

Dalla Regione

Il consigliere regionale modenese del Pd Giuseppe Boschini sta partecipando, a Parigi, al reflection group del Congresso dei poteri locali e regionali, organo del Consiglio d’Europa, convocato per ragionare sulle politiche dei fenomeni migratori.

Avere il coraggio di non parlare più di emergenza migranti perchè questo fenomeno ha sempre intersecato la storia dell’Europa ma soprattutto perchè l’unica emergenza registrata fino ad ora è stata l’insufficiente e troppo timida risposta data al fenomeno dall’Unione Europea da parte della politica e degli Stati. Ribaltare lo schema operativo attuato fino ad ora, basato su interventi spot nelle singole nazioni europee di frontiera, per varare un’azione realmente integrata che parta dalle comunità locali. Prendere coscienza che la nazione Europa è già composta per tanti aspetti da una melting pot society, frutto di decenni di migrazioni e di integrazioni, in gran parte riuscite. Questi alcuni temi del reflection group del Congresso dei poteri locali e regionali, di cui fa parte anche il consigliere regionale Giuseppe Boschini, in corso di svolgimento oggi a Parigi e che, quale organo del Consiglio d’Europa, ha tra i suoi compiti primari la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa. “Questa riunione può essere un importante punto di svolta nelle politiche sui fenomeni migratori – dichiara Boschini – se riusciremo a far capire che le città e le Regioni non devono più essere considerate il punto finale del processo di accoglienza, ma che sono il primo vero e fondamentale punto di contatto tra il migrante, il richiedente asilo e la comunità ospitante”. Nella riunione verrà presentato anche un documento di contributo alla discussione firmato da Boschini e dal sindaco di Pedaso Barbara Toce (rappresentante italiana presso la Camera dei poteri locali del Consiglio d’Europa) che auspica un forte impegno nel cambio di prospettiva in favore delle comunità locali. A loro sono demandate nel concreto la gestione dei processi di identificazione e di ricostruzione dell’identità nei percorsi di integrazione. Non solo per determinare chi è rifugiato, chi è richiedente asilo e chi è migrante, ma anche per attuare una conoscenza più approfondita della persona che si presenta alle nostre porte capendo competenze, progetti e identità culturali. Che possono diventare una risorsa, non solo un problema. Dai Comuni e dalle Regioni di tutta Europa deve poi nascere quel fondamentale pacchetto di strumenti che può essere fornito ad ogni straniero che chiede di diventare cittadino europeo e che deve comprendere ad esempio la formazione linguistica di base, il supporto alle prime soluzioni abitative, il primo accesso al mercato del lavoro e la formazione alla cittadinanza. «Senza questi interventi –conclude Boschini– lo straniero sarà sempre “altro”, relegato ai margini delle nostre società e comunità. Un soggetto fragile e disperato che troppo facilmente rischia di entrare nelle statistiche su degrado o microcriminalità che tanto affliggono le nostre città. Secondo le Nazioni Unite, il Parlamento Europeo e tutte le principali organizzazioni internazionali, entro il 2050 l’economia del nostro continente, a causa della crisi demografica, avrà bisogno di un numero di lavoratori stranieri che potrà variare dai 40 agli 80 milioni di persone. Insomma, potremmo avere davvero bisogno di loro. Occorrono politiche per trasformare queste persone in risorse, non solo in problemi. E sono le politiche coraggiose e organiche di asilo e di integrazione, di formazione, di educazione alla cittadinanza. Limitarsi a trattare il fenomeno dei migranti solo come un “assalto al continente europeo” da cui difendersi col filo spinato è un vicolo cieco, che non ci porta da nessuna parte, anzi, che rischia solo di riportarci indietro».