Scomparsa Mario Bisi, Baruffi “Se ne va un uomo appassionato”

Dai parlamentari

“Con Mario Bisi non perdiamo solo un protagonista della lotta di Liberazione. Se ne va un uomo appassionato, il cui esempio ha rappresentato una pedagogia civile e morale che ha educato ai valori dell’antifascismo e della democrazia molte generazioni di cittadini”: con queste parole il deputato solierese Davide Baruffi ricorda con commozione la scomparsa del concittadino Mario Bisi, commissario politico della prima zona partigiana. Ecco la nota di Davide Baruffi:

“Nome di battaglia Franco, commissario politico della prima zona partigiana. Potrebbe cominciare così la biografia straordinaria di Mario Bisi, che avrebbe compiuto tra poco 97 anni. Un uomo molto anziano, con una salute non più buona negli ultimi tempi. Eppure apprendere stamattina della sua scomparsa ci ha colto di sorpresa, lasciandoci d’un tratto orfani. Non eravamo preparati. Forse per la straordinaria lucidità che aveva mantenuto o forse per quanto ancora rappresenta, anche per le generazioni più giovani. Sembra impossibile pensare di non averlo più tra noi a una settimana dal 25 aprile. Ci siamo abituati a salutare i protagonisti della Resistenza, tanti prima di Mario, altri (ma ormai pochi) ne saluteremo dopo di lui. Ricordo che fu lui a darmi la notizia della scomparsa di un altro Bisi, Omar. Me lo ripeté più volte, come non riuscisse a capacitarsene. Per me era una brutta notizia, per lui quasi una cosa assurda, inconcepibile. A testimonianza del legame cementato con gli amici e i compagni con cui aveva combattuto, e poi ognuno per la sua strada, ma infondo tutti insieme, a ricostruire l’Italia. Stavolta pare a noi inconcepibile la notizia. È come se di colpo dovessimo fare un bilancio, non solo umano, di una perdita non riparabile. Perché con Mario Bisi non perdiamo solo un protagonista della lotta di Liberazione. Se ne va un uomo appassionato, il cui esempio ha rappresentato una pedagogia civile e morale che ha educato ai valori dell’antifascismo e della democrazia molte generazioni di cittadini. Parlava malvolentieri degli episodi di guerra ed insisteva invece sul fatto che fu la solidarietà tra le persone, in un tempo di miseria, a consentire di resistere e vincere. Forse anche per questo il suo impegno da imprenditore nel secondo dopoguerra non è stato inferiore a quello di testimone. Mi piace ricordarlo con due fotografie: quella del ragazzo alto e bello nei giorni della liberazione nella piazza di Soliera e quella dell’anziano che abbraccia un altro anziano, il presidente Scalfaro, a Limidi per il 60° anniversario dello scambio dei prigionieri. Due foto distanti, lo stesso sguardo. Ma gli occhi della seconda sono carichi di quella commozione che talvolta i vecchi hanno quando sentono che il più è alle spalle”.

(fonte immagine: www.doppiozero.com)