Lavoro, Baruffi “Integrazione salariale per contratti di solidarietà”

Dai parlamentari

Una buona notizia per i lavoratori e le imprese che avevano sottoscritto contratti di solidarietà nel 2015. Le commissioni Bilancio e Affari costituzionali di Montecitorio hanno infatti accolto nella serata di giovedì 4 febbraio, nell’ambito dell’esame del decreto Milleproroghe, l’emendamento, sottoscritto dai deputati Pd della Commissione Lavoro, a prima firma della deputata Luisella Albanella e del deputato modenese Davide Baruffi, che rifinanzia le integrazioni salariali per i contratti di solidarietà stipulati nel 2015 secondo la vecchia disciplina, prima cioè della riforma degli ammortizzatori sociali.

La misura che ha passato il vaglio delle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali prevede l’ulteriore integrazione del 10% al trattamento di integrazione salariale per i lavoratori in solidarietà – si passa così da 60% a 70% – assicurando piena continuità di reddito agli accordi precedentemente stipulati. Da ricordare che nel settembre del 2015 è intervenuta la riforma complessiva degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, con il decreto legislativo 148/2015. L’emendamento approvato si rivolge dunque ai contratti stipulati in precedenza, per assicurare un’integrazione al 70%. Questa misura, prevista per le aziende che rientrano nel regime della cigs (cassa integrazione straordinaria), completa il quadro dei provvedimenti già approntati con l’ultima legge di stabilità quando, sempre con un emendamento del Pd a prima firma del deputato modenese del Pd Davide Baruffi, si assicurò la continuità degli altri contratti di solidarietà, cosiddetti di “tipo B”, specificamente previsti per le imprese fuori dal regime della cigs. “Una buona notizia per tanti lavoratori e tante imprese industriali, anche nel nostro territorio, che si aggiunge a quella ottenuta un mese e mezzo fa per quelle più piccole – commenta Davide Baruffi – Il ricorso agli ammortizzatori sociali nell’ultimo anno è progressivamente diminuito e questo è certamente un indicatore molto positivo. Ciononostante, una piena ed efficace disponibilità di questi strumenti assicura non solo la tenuta occupazionale e produttiva, ma anche un’essenziale integrazione al reddito per i tantissimi lavoratori coinvolti”.

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