Maria Cecilia Guerra tra i presentatori del ddl “Norme per l’elezione del Senato”

Dai parlamentari

E’ stato presentato, in mattinata, nel corso di una conferenza stampa, il disegno di legge “Norme per l’elezione del Senato” presentato da 24 senatori, tra cui la modenese Maria Cecilia Guerra, che punta, secondo quanto spiegato dai firmatari, a rendere i cittadini protagonisti dell’elezione del nuovo Senato della Repubblica. Ecco la dichiarazione della senatrice Maria Cecilia Guerra:

“Il disegno di Legge presentato oggi rende i cittadini italiani attori protagonisti dell’elezione del nuovo Senato della Repubblica e, nel pieno rispetto del nuovo impianto costituzionale, rafforza l’autorevolezza e la legittimazione democratica e territoriale del nuovo Senato. Questo disegno di legge rappresenta un importante contributo alla riforma delle istituzioni e serve a garantire ai cittadini, e non a ristretti gruppi dirigenti di partiti e movimenti, il potere di scelta dei senatori. Il modello proposto è fondamentalmente un sistema uninominale. In pratica, a ciascun elettore il giorno delle elezioni verrebbero consegnate due schede: una per il rinnovo del Consiglio regionale e per l’elezione del nuovo presidente regionale, l’altra per la scelta del senatore del proprio collegio. A ciascun contrassegno di partito corrisponderà il nome di un candidato già stampato, insomma un collegio uninominale. Dopo l’elezione, quindi, saranno stilate le graduatorie interne ai partiti e saranno eletti senatori gli aventi diritto sulla base dei voti ottenuti. Con questa legge saranno i cittadini ad eleggere i nuovi senatori e i Consigli regionali si limiteranno a prendere atto delle scelte degli elettori. Come è stato ben ricordato oggi in conferenza stampa dal primo firmatario della proposta, il senatore Fornaro, non c’è alcuna possibilità per il Consiglio regionale di intervenire o di modificare le indicazioni dei cittadini. Naturalmente sono previsti limiti: ad esempio, non ci si può candidare sia al Consiglio regionale sia per il Senato, ad eccezione dei candidati a presidente di Regione. Ci sono quindi le incompatibilità: i consiglieri senatori non possono far parte delle Giunte, degli Uffici di presidenza dei Consigli regionali o delle Commissioni, con l’unica eccezione del presidente di Regione. Ciascun genere (uomini e donne) non potrà essere rappresentato per più del 60% in ciascuna lista presentata a livello nazionale. Infine, i 21 sindaci senatori saranno eletti dai Consigli regionali, ma scegliendo tra una terna di nominativi (con presenza di entrambi i generi) proposta dal Consiglio delle Autonomie locali della singola Regione”.

(Fonte fotografia: finanzalocale.net)