Baruffi “Nella Pubblica Amministrazione resta l’articolo 18”

Dai parlamentari

«Sul tema licenziamenti, pare opportuno un chiarimento definitivo. Un punto fermo è tanto più necessario nel momento in cui siamo impegnati a modificarne la disciplina e a definire una normativa organica della PA» Questo il commento del deputato modenese del Pd, Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro, dopo quanto precisato oggi pomeriggio dalla ministra Madia. Ecco la sia dichiarazione:

La nuova disciplina dell’art. 18, così come modificata dal decreto legislativo 23/2015, non si applica ai lavoratori della pubblica amministrazione. Lo ha ribadito nel pomeriggio di oggi la ministra Madia in commissione lavoro alla Camera. La questione, oggetto di polemiche e diverse interpretazioni fin dal varo del Jobs Act, trova oggi un altro punto fermo, a riconferma delle valutazioni già espresse in precedenza dal Governo. Lo stesso richiamo della sentenza della Corte di Cassazione del novembre scorso, ha spiegato la ministra in commissione, non modifica la situazione: un lavoratore pubblico licenziato illegittimamente deve essere reintegrato nel proprio posto di lavoro. Se così non fosse si arrecherebbe infatti alla PA un doppio danno: da un lato il licenziamento di un lavoratore che ha vinto un concorso e il cui licenziamento viene riconosciuto illegittimo; dall’altro l’eventuale esborso per l’indennizzo economico, a carico dell’Amministrazione e a favore del lavoratore ingiustamente licenziato, si configurerebbe a quel punto come un vero e proprio danno erariale. Da qui la ragione oggettiva della diversa disciplina tra settore pubblico e privato. “La valutazione del Governo appare pienamente condivisibile – commenta il deputato modenese Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro – e coerente con quanto stabilito sia con la legge delega di riforma del mercato del lavoro, sia col conseguente decreto attuativo che ha introdotto il contratto a tutele crescenti. La questione fu oggetto di un lungo e aspro dibattito, sollevata in particolare da esponenti del centrodestra: stabilimmo che l’ambito di applicazione, per le ragioni richiamate dalla ministra Madia, non poteva essere esteso alla PA e così è poi stato. La stessa sentenza della Cassazione richiamata da molti – relativa al licenziamento di un dirigente di un consorzio – in realtà fa riferimento alla riforma Fornero del 2012, non al Jobs Act. A questo punto pare comunque opportuno chiarire in via definitiva i termini all’interno dei provvedimenti di riforma della PA in corso. Un punto fermo è tanto più necessario nel momento in cui siamo impegnati a modificare la disciplina dei licenziamenti per i lavoratori pubblici e a definire una normativa organica della PA.”