Nascita in montagna, Vaccari “Il decreto apre nuove prospettive”

Dai parlamentari

Da tempo a Pavullo, nonostante le rassicurazioni delle autorità competenti, infuriano le polemiche sulla possibilità che il locale punto nascita possa chiudere i battenti. Ora un decreto del ministro della Salute Lorenzin prevede di affidare alle Regioni la possibilità di chiedere il mantenimento, in montagna e a certe condizioni, di punti nascita con volumi di attività inferiori a quelli standard stabiliti nel 2010 dall’accordo Stato-Regioni. “L’obiettivo – spiega il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, componente dell’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna – è quello di non sguarnire le montagne di servizi, garantendone al tempo stesso la qualità”.

Il ministro della Salute Lorenzin ha firmato, nei giorni scorsi, un decreto che apre alla possibilità di sperimentare in aree montane punti nascita con meno di 500 parti all’anno, a condizione, naturalmente, che vengano mantenuti gli standard di qualità e di sicurezza previsti dalla normativa. “Si tratta di una richiesta che, come Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna, insieme al presidente Enrico Borghi, avevamo sostenuto con forza anche in un recente incontro con gli amministratori locali promosso a Castelnovo ne’ Monti dalla collega reggiana Pignedoli – spiega il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari – Il decreto affida alle Regioni la possibilità di richiedere al Comitato percorso nascita nazionale un parere motivato sul mantenimento di punti nascita in montagna con volumi di attività inferiori ai 500 parti stabiliti dall’accordo Stato-Regioni nel 2010”. La decisione del ministro avviene dopo che lo stesso Integruppo parlamentare aveva verificato che in altri parti d’Europa – in particolare Svizzera, Austria e Germania – sono stati introdotti modelli sperimentali di erogazione del servizio di ostetricia dove lo standard qualitativo da raggiungere non è legato al numero di parti del singolo plesso ospedaliero, ma è affidato alla formazione e alla professionalità acquisite dalle équipe mediche e infermieristiche. “Ora la palla passa ai territori e sappiamo che i consiglieri regionali del Pd, come Luciana Serri in Emilia, lavoreranno in questa direzione – commentano Stefano Vaccari e Enrico Borghi – E’ il momento di attivare le migliori energie e le migliori capacità dei territori in vista del raggiungimento dell’obiettivo di non sguarnire le montagne italiane di servizi di cittadinanza, garantendone al tempo stesso la qualità”.