Agroalimentare, Serri: “Valorizzare i prodotti della montagna”

Dalla Regione

Presentata una Risoluzione all’Assemblea legislativa, prima firmataria la presidente della Commissione Politiche economiche Luciana Serri, per favorire l’utilizzo dell’indicazione “Prodotto di Montagna” e valorizzare il ruolo dell’agricoltura come perno di sviluppo sostenibile e inclusivo delle zone montane, offrendo ai cittadini maggiori opportunità di scelte informate.

“Come Regione dobbiamo favorire l’utilizzo dell’indicazione “Prodotto di Montagna” per promuovere i prodotti e sostenere l’economia di queste zone, offrendo contemporaneamente ai cittadini e consumatori maggiori opportunità di scelta informata. L’indicazione è uno strumento importante per riconoscere le produzioni agroalimentari di qualità del nostro Appennino: prodotti unici per tipicità, provenienti da un ambiente di elevata qualità ecologica. Allo stesso tempo è un elemento in grado di incidere nella catena del valore aggiunto. Perché pur essendo il cardine dello sviluppo sostenibile e inclusivo della montagna, l’agricoltura montana soffre di un documentato svantaggio competitivo nei confronti delle realtà di pianura, in ragione dei vincoli naturali, sociali ed economici del contesto montano”. In questo modo la presidente della Commissione Politiche economiche e consigliera regionale modenese del Pd Luciana Serri, prima firmataria del documento, spiega il valore della risoluzione presentata all’Assemblea Regionale. Il documento, che verrà votato dall’Assemblea legislativa, impegnerà la Giunta regionale ad agire nelle sedi opportune, a partire dal confronto in atto col Ministero competente, con l’obiettivo di giungere ad un’applicazione snella e chiara dei Regolamenti europei a garanzia del rispetto delle prescrizioni comunitarie, al fine di agevolare i produttori e i soggetti controllori per un’effettiva applicazione e diffusione dell’IFQ “Prodotto di montagna”. L’Unione Europea prevede poi che la trasformazione e la lavorazione dei prodotti possa avvenire in impianti ubicati fino a 30 km fuori dal perimento della zona di montagna; questa deroga è da considerarsi un’opportunità qualora nel perimetro dell’area montana, per ragioni di insostenibilità logistica o economica, non siano presenti impianti di trasformazione. Tuttavia le attuali condizioni permettono di affrontare il tema del restringimento di questo perimetro a beneficio dell’economia montana. “Attraverso questo documento – conclude la consigliera Luciana Serri – chiediamo anche di valorizzare il ruolo dell’agricoltura e dei prodotti agroalimentari di qualità come perno di sviluppo sostenibile e inclusivo delle zone montane nell’ambito della prossima Conferenza sul futuro della montagna”.