Collegato Ambiente, Vaccari “Rivara e trivellazioni: cose diverse”

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Rivara e il pozzo del Cavone sono cose diverse, non abbiamo bocciato l’uno e mancato di fare altrettanto con l’altro: il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, segretario della Commissione Ambiente e relatore del Collegato Ambientale, risponde alle polemiche, sollevate da un quotidiano locale, sulle presunte contraddizioni del voto del Senato sul Collegato Ambientale. Ecco la sua dichiarazione:

“Non abbiamo bocciato il deposito interrato di gas di Rivara e mancato di fare altrettanto con le trivellazioni al Cavone. L’unica cosa che hanno in comune i due progetti è che si trovano entrambi nella Bassa, ma sono estremamente diversi. E’ come paragonare mele e pere: sono frutti, ma non dello stesso albero. Ecco perché il Collegato Ambiente, approvato in settimana dal Senato, non è contraddittorio su questo punto. Lo voglio ricordare ancora: il Collegato Ambiente introduce il divieto normativo di realizzare attività di stoccaggio di gas naturali in acquiferi profondi, quindi, di fatto, proclama il “no” definitivo al deposito di gas interrato a Rivara. La sua potenziale pericolosità era stata confermata dagli accertamenti realizzati, negli anni scorsi, dagli enti locali che, insieme alle popolazioni, si erano schierati contro la realizzazione del progetto. Che il rischio sisma, invece, fosse legato alle trivellazioni al Cavone è, invece, stato smentito dallo studio, attuato nel 2014, da un équipe di sei docenti statunitensi a cui era stato affidato il compito di verificare l’attività al pozzo di estrazione di olio situato nel territorio del Comune di Novi. Si ricorderà che la Commissione Ichese, incaricata dalla Regione di studiare le possibili origini del sisma che ha colpito la bassa nel 2012, aveva sostenuto che non si poteva confermare, ma neppure escludere la possibilità che questa attività estrattiva avesse causato il terremoto. Ebbene, nell’ambito di un accordo di collaborazione tra il Ministero dello Sviluppo economico, la Regione Emilia-Romagna e la società Padana Energia, si affidò a un pool di esperti internazionali una nuova attività di monitoraggio e studio al campo del Cavone. Gli esperti certificarono che “si esclude la possibilità che la coltivazione del giacimento Cavone abbia innescato la sequenza sismica del maggio 2012”. Con buona pace di chi, ancora, continua a tirare in ballo, a sproposito, il rapporto Ichese. Detto questo, le nostre amministrazioni locali non sono state con le mani in mano e, ancora una volta, promuoveranno un incontro pubblico, già convocato a Medolla per il 19 novembre prossimo, con tutti gli attori competenti – tecnici, esperti del Ministero e della Regione, amministratori – per indagare ulteriormente il rapporto tra sismicità e coltivazione di idrocarburi e i cosiddetti fenomeni geologici anomali (es. pozzi caldi). Questo è il corretto modo di procedere, informare e confrontarsi, non volere costruire polemiche dove non ci sono”.