Libano, Kyenge “Missione a Beirut per lavorare su crisi rifugiati”

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“Per affrontare la crisi dei rifugiati dobbiamo lavorare più a fondo e investire di più sulla cooperazione fra Unione Europea e i Paesi dell’area immediatamente investita dalla guerra in Siria, come il Libano”: lo ribadisce l’europarlamentare modenese del Pd Cécile Kyenge che, da oggi fino a domenica, è in missione in Libano, a Beirut, in rappresentanza del Gruppo parlamentare europeo dei Socialisti e Democratici.

Da oggi fino a domenica Cécile Kyenge, responsabile per il Parlamento Europeo del Rapporto sulla crisi dei rifugiati e migranti nell’area del Mediterraneo, sarà in missione in Libano, a Beirut, in rappresentanza del Gruppo parlamentare europeo Socialisti & Democratici. “Per affrontare la crisi dei rifugiati – ha detto l’europarlamentare modenese del Pd – dobbiamo lavorare più a fondo e investire di più sulla cooperazione fra Unione Europea e i Paesi dell’area immediatamente investita dalla guerra in Siria, come il Libano”. Kyenge ha incontrato questa mattina l’ambasciatrice dell’Unione Europea in Libano Christina Larssen, e nel pomeriggio interverrà alla conferenza promossa dalle rete internazionale Solidar, mentre domani interverrà al Global Progressive Forum che riunirà tutti i partiti progressisti dell’area euro-mediterranea. Chiuderà la missione la visita ai campi profughi siriani. “Il Libano – ha continuato Kyenge – è investito dalla guerra nella vicina Siria. Con poco più di 4 milioni di abitanti, ospita 1 milione e 200 mila profughi siriani, per il 70% donne e bambini, e si prevede possano salire a un milione e mezzo entro la fine dell’anno. Le regioni del Vicino Oriente e Medio Oriente concentrano un terzo dei rifugiati di tutto il mondo, 17.2 milioni. Il Libano, insieme alla Giordania – ha spiegato Kyenge – vede la più alta concentrazione al mondo di profughi in proporzione alla dimensione della popolazione come Paese ospitante. Una situazione che senza un maggiore impegno europeo e della comunità internazionale diventerà sempre più grave ed insostenibile”.