Barbolini e Prandini nel trigesimo della morte di Emilio Debbi

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Cade oggi un mese dalla morte di Emilio Debbi, politico e amministratore modenese. Ecco il ricordo dell’ex sindaco di Modena Giuliano Barbolini e dell’ex presidente nazionale della Lega delle cooperative Onelio Prandini:

“Emilio Debbi, uomo di rara finezza, e stile sobrio e discreto, dopo una vita intensa, e una vecchiaia segnata da crescenti difficoltà della vista, e dal dolore per la perdita della moglie, è mancato un mese fa, a 91 anni. E’ stato un protagonista di quella straordinaria fase di impegno politico e passione ideale e civile che ha contribuito, sotto l’egida del Pci, con il concorso di partecipazione di tanti soggetti economici, culturali e sociali, a portare Modena dagli ultimi posti del dopoguerra alle prime posizioni per livello di benessere, lavoro e intrapresa, qualità di vita. Nato nel 1924 a Spilamberto, da famiglia di mezzadri, fu operaio (1940-’43) alla SIPE, e lì si avvicinò alla politica e al Pci, cui si iscrive nel 1945. Segretario da subito del partito a Spilamberto e poi Vignola, nel 1957 è segretario provinciale della FGCI. Nel 1960 diventa segretario di zona del partito a Vignola, e poi dal 1963 segretario provinciale del Pci. Eletto nel 1970 consigliere regionale, da capogruppo PCI, con Fanti Presidente e Cavina Segretario, è tra gli artefici del lavoro di redazione dello Statuto, e della prima legislatura costituente. Quindi Assessore al bilancio in Provincia a Modena dal 1975 al 1985, e Presidente (1986) della Commissione federale del Pci. Debbi è stato un “tessitore”, capace di vere innovazioni. Tessitore, perché i suoi modi dialoganti, lo stile di direzione collegiale, l’apertura al confronto e il rispetto verso gli avversari aiutavano nei risultati la sua paziente ricerca di intelligenti composizioni della dialettica per la soluzione dei problemi. E con innovazioni coraggiose, nelle scelte politiche, e sulla formazione e rinnovamento dei gruppi dirigenti. C’era lui in quella FGCI che prese posizione di condanna contro l’invasione sovietica in Ungheria nel ’56, e poi a ricostruire un rapporto col partito, favorendo un ricambio di quadri che lanciò personalità di spicco negli anni a venire. Da segretario Pci, guidò la risposta antifascista e democratica contro le provocazioni del Movimento Sociale in città, avviando quel clima di dialogo e competizione con la sinistra DC di Gorrieri, che portò a convergenze su scelte di fondo per lo sviluppo di Modena e della provincia, dal PRGC cittadino del ’65 all’opzione sui poli di sviluppo a nord e sud rispetto all’asse della Via Emilia, per il riequilibrio del territorio. In Provincia, offrì per l’autorevolezza ed equilibrio un contributo prezioso alla tenuta della giunta di sinistra, nonostante le tensioni crescenti tra Pci e il Psi di Craxi. Poi, alle elezioni dell’Ente nel 1985, si spese per un rinnovamento nelle prime responsabilità, concludendo per sé ogni impegno istituzionale, secondo un profilo non comune di generosità personale, visione generale, e senso di partito. Ricordare Debbi non è solo per rispetto e gratitudine: qualità umana, idealità e passione, coerenza di vita non sono solo valori per l’album dei ricordi, ma arnesi da lavoro ancora buoni per il Pd di oggi e del futuro”.